Opinioni

A voi la parola. Far crescere il dialogo amico con l'Iran che vota Rohani

Marco Tarquinio martedì 23 maggio 2017

Gentile direttore,

dal punto di vista di politica internazionale, domenica 21 maggio è stato, a mio avviso, un giorno da non dimenticare. Infatti, nel mentre il nostro stimato presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si complimentava con il presidente dell’Iran Hassan Rohani per la sua rielezione a capo dello Stato: «…così che le autorità di Iran e Italia sapranno cogliere ogni opportunità nel comune impegno per la stabilità regionale e il dialogo tra le nazioni e per approfondire i vincoli di amicizia che legano i nostri popoli, eredi di millenaria civiltà», il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nella sua visita a Riad, nel discorso davanti a re Salman dell’Arabia Saudita e ai vari leader di 55 Paesi a maggioranza islamico- sunnita definiva, tra l’altro, l’Iran islamico-sciita quale Stato finanziatore di armi e terrorismo e affermava il dovere di tenerlo «isolato». Due punti di vista, se così si può dire, diametralmente opposti. A chi dare ragione dunque? Indubbiamente, e non di certo per campanilismo o partigianeria, al nostro stimato e amato presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tenuto conto, ormai lo sanno anche i bambini, che i principali finanziatori del terrorismo islamico hanno base proprio in quella Penisola arabica dalla quale il presidente Trump stava parlando... .

Clemente Carbonini Tirano (So)

Sono d’accordo con lei, caro amico. E condivido profondamente l’auspicio del presidente Mattarella.