Opinioni

I ritardi (veri o presunti) non oscurino temi cruciali. Expo, l’ora dei contenuti

Davide Parozzi martedì 31 marzo 2015
Eppur si muove. Dopo mesi passati a discutere di padiglioni e ritardi, di corruzione e di arresti, Expo ragiona sulla sua missione: «Nutrire il pianeta. Energia per la vita». Sabato a Firenze la seconda giornata conclusa con l’intervento autorevole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ieri, a Milano, la presentazione delle iniziative di Caritas Internationalis. Due giornate importanti, un colpo d’ala per l’Esposizione universale che apre il 1° maggio. Certo non tutto è alle spalle.È di questi giorni il dibattito sui possibili (probabili) ritardi dei padiglioni che, in alcuni (molti) casi potrebbero essere ancora da finire. Esponendo l’Italia – che ha avuto 7 anni per prepararsi – a una "figuraccia" nei confronti del mondo intero. Il commissario unico Giuseppe Sala, ancora ieri, ha escluso che i ritardi siano pesanti. Riguarderebbero, a suo dire, alcuni tra i padiglioni che hanno avuto inizio con grande ritardo. Mentre arriva la notizia che l’Albero della vita costruito dagli industriali bresciani è pronto in anticipo, con buona pace dei menagramo. Palazzo Italia, quello dei padroni di casa, sarà a posto ha ribadito Sala.Vedremo. Ma finalmente si parla anche di contenuti. Sabato a Firenze, nel secondo appuntamento dopo quello del 7 febbraio alla Bicocca, il padiglione Italia ha svelato le sue proposte e la Carta di Milano, ovvero il vero lascito di Expo al di là di padiglioni riciclati e progetti di campus, ha iniziato a delinearsi. Un documento in cui si parla di diritto al cibo per i più disagiati, di accesso alle risorse per coloro che finora ne sono tagliati fuori. E ieri, Caritas Internationalis ha mostrato la sua "edicola" (come viene chiamato il padiglione) per dare – parole testuali – «voce ai più poveri». Per ragionare su progetti di legge che garantiscano il cibo e l’acqua a chi non ce l’ha, per riflettere come l’iniqua distribuzione delle risorse spinga popolazioni a migrazioni bibliche o a guerre senza fine. Infine. se ne parla.Un piccolo passo avanti in uno scenario ancora da decifrare fino in fondo. Ed è con i piccoli passi che cominciano i grandi viaggi.