Opinioni

Azzardopoli. L’ennesima vergogna

Marco Tarquinio martedì 24 dicembre 2013
Immaginate che l’autorità giudizia­ria Idisponga oggi la chiusura del ristoran­te sotto casa perché offre cibo avariato e/o ri­cicla soldi della mafia. Che cosa direste se u­na nuova norma stabilisse che un posto così può continuare a lavorare per i boss che ne sono padroni per 3 mesi, in attesa di un altro gestore, perché ci sono da tutelare le entrate fiscali e da evitare contenziosi? Ovvio: direste che è una follia.
Il contenzioso dello Stato con i criminali, infatti, non può che essere per­manente e non esiste tassa che possa legitti­mare, per poco o tanto tempo, la mafia. E in­vece questo è quanto viene regalato ai boss che risultino concessionari dell’azzardo. E sì, perché la norma-ricatto tesa a penalizzare Regioni e Comuni anti-slot è stata tolta, ma resta questa seconda regola-beffa. È l’enne­sima vergogna di Bisca Italia. Consumata sot­to il mantello di un voto blindato, proprio mentre il premier Letta assicurava che è ora di un «cambio radicale» nel settore dell’az­zardo che fa enormi «danni sociali». Bene. E bene Renzi che tuona contro l’«indecenza». Ma bene solo se si cambia subito registro. Il domani giusto è già adesso.