Opinioni

il direttore. Ma non si può tornare al voto se gli elettori non scelgono gli eletti

mercoledì 18 agosto 2010

Caro direttore, le esprimo condivisione e apprezzamento per l’editoriale di ieri (”Adesso si fermino le cannonate d’agosto”), che richiama fondamentali criteri di giudizio. Come tanti cittadini, sono preoccupato per l’evoluzione della situazione politica e per lo spirito di rissa continua che abbassa la responsabilità politica a pettegolezzi e liti di bassa lega. Nell’ipotesi che prevalga il peggio e si debba andare a votare in tempi non lontani, diventa ulteriormente decisiva la questione della legge elettorale. Quella votata circa 5 anni fa, palesemente infausta, e infine definita da coloro stessi che la proposero “una porcata”, è assolutamente indifendibile. Perché? Perché svuota la libera scelta dell’elettore, e rende l’attuale Parlamento molto più nominato da un ristrettissimo gruppo di persone che eletto. Tutto il contrario dunque del principio democratico della libera scelta dei candidati da parte dei cittadini, a favore invece di una preselezione fortissimamente oligarchica dei candidati che svuota il principio basilare della rappresentanza politica. Di conseguenza il nominato dovrà rendere conto non agli elettori ma solo a chi lo ha inserito al posto giusto nelle liste. Possiamo ancora permetterci una simile sciagura? Accolga un ricordo cordiale,

Vittorio Possenti

La ringrazio, gentile professore, e sottoscrivo a mia volta le sue considerazioni. La questione delle regole del voto per il Parlamento e del ritorno a un pieno esercizio della libertà di scelta degli elettori è da sedici anni al centro della riflessione e della battaglia culturale di questo giornale. Un caro saluto (mt)