Opinioni

Il mensile di Avvenire per l'Anno Santo. «La Porta Aperta», il Giubileo insieme

Marco Tarquinio sabato 5 dicembre 2015
Le occasionidi un cammino Se non si sa dove andare, non è facile trovare la voglia e la forza di uscire e di mettersi in cammino. Se non si spera in qualcuno che ci attende e in un luogo dove approdare, è difficile buttarsi alle spalle abitudini e sicurezze e darsi un orizzonte nuovo. Se si pensa di avere capito tutto di se stessi, dell’umanità e persino di Dio, nulla inquieta, nulla attrae e tutto appare scontato. Compreso il posto nel mondo e il destino ultimo che ci spettano, comprese le “chiavi” del presente e del futuro. Sono presunzioni e vuoti così comodi da inchiodarci davanti a una serie di tristi e rassicuranti porte chiuse. Così, al massimo, ci consentiamo quell’esercizio che papa Francesco chiama balconear, stiamo cioè al balcone delle vita, della Chiesa, della società. E questa può anche sembrarci una condizione felice e salva, mentre è povera, e qualche volta misera. Già, abbiamo bisogno di sapere che misericordiosamente c’è sempre, davanti a noi, una porta aperta. E Francesco, che della misericordia fa il cuore del suo magistero, ha stabilito di offrirci uno straordinario anno di opportunità per trovarla e attraversarla. Noi di “Avvenire” gliene siamo grati, e abbiamo deciso di accompagnare l’Anno Santo con un dorso mensile intitolato, appunto, “La Porta Aperta”. Vogliamo farne uno strumento capace di dare voce alla «Chiesa in uscita» che il Papa testimonia e che le nostre firme sanno vedere e interpretare. Buona lettura e buon cammino.