Opinioni

Il direttore risponde. «Dicono male? Rallegriamoci»

mercoledì 24 agosto 2011
Caro direttore,bella davvero la sua risposta alla lettera di Giuseppe Maria Sesta in Avvenire di domenica 21 agosto: ha particolarmente ragione, secondo me, nel dire «le loro logiche non sono le nostre», ma sul «mai lo saranno»... chissà... Noi possiamo, seguendo Nostro Signore, sperare e pregare sempre di essere in grado di testimoniare non soltanto la logica del capire, ma il paradosso dell’Amore, che va ed è oltre, e che solo fa sobbalzare, interpella, fa alzare lo sguardo alla Speranza che non delude. Certo fanno male, sono tristi, e perfino a volte ci fanno arrabbiare queste "battaglie" (più o meno in malafede o piuttosto dovute ad ignoranza); tali episodi, come scrive anche lei, tengono compagnia alla Chiesa fin dalle sue origini e quello odierno non sarà l’ultimo.  Allora scriviamola e diciamola pure la verità dei fatti (e per questo meno male che c’è anche Avvenire...) ma, siccome abbiamo la certezza che il Signore guida la storia, e la guida al meglio, in circostanze come queste, sogno proprio un bel titolone in prima pagina: «Rallegratevi ed esultate», con tanto di Mt 5,12! Nella menzogna e nel dir male contro di noi, a causa sua, il Signore non ci dice: ignorate, sopportate, difendetevi, argomentate sulla verità, ma proprio così, «rallegratevi ed esultate». E chissà che per "noi" e per "loro" non cambi davvero qualcosa. In Cristo, un cordialissimo e fraterno saluto a lei ed a voi tutti di Avvenire, con un grazie per la professionalità e un incoraggiamento.

Ivana Ortolani, Ordo Virginum della diocesi di Brescia

Penso che lei abbia (pienamente) ragione, cara amica. Ma io non ho (del tutto) torto: le logiche a cui mi riferivo in quel contesto – la campagna truffaldina contro «la Chiesa che evade le tasse» – sono quelle della deformazione dei fatti per fini polemici e di parte. Logiche che non praevalebunt, cioè che non ci conquisteranno e, dunque, «mai saranno le nostre». Non possiamo arrenderci alla maldicenza e all’invettiva, neanche per difenderci da accuse ingiuste. Questo intendevo e intendo. Ma neanche io dispero che un’altra logica prevalga. Anzi so che infine sarà così, e lo spero persino nei momenti in cui farlo sembra insensato (ad esempio persino quando parla e straparla, sistematicamente distorcendo ogni fatto e ogni affermazione altrui, uno come il radicale Staderini). Come lei, infatti, credo fermamente che l’amore, la fedeltà e la libertà della scelta, dell’accoglienza e del dono che Gesù Cristo ci ha insegnato siano una via percorribile e una verità “contagiosa”, un incontro che tocca nel profondo la vita delle persone e cambia la storia. Grazie per l’affetto e la stima per il nostro lavoro e, soprattutto, per la bellezza e la forza che ha condensato nella sua lettera.

Marco Tarquinio