Opinioni

Il direttore risponde. Che cosa fare dopo i sacrifici

Marco Tarquinio mercoledì 21 marzo 2012
Caro direttore,
«Troppe tasse sugli onesti». Questo titolo a pagina 6 di Avvenire del 1 4 marzo mi ha indotto a fare alcune considerazioni. A giudicare dai provvedimenti assunti e da quelli preannunciati, il governo Monti, se riuscirà ad avviare il processo di risanamento dei conti pubblici, lo farà soprattutto a danno dei poveri.
Cerco di motivare quanto affermato assumendo a riferimento quattro materie economiche: patrimoni, redditi, consumi, investimenti.
Patrimoni. Una misura già varata è stata la reintroduzione della tassa sulla prima casa che di fatto è una patrimoniale sul tetto dei poveri. Colpisce prevalentemente famiglie di lavoratori a basso reddito che, al prezzo di tante privazioni, sono riuscite ad acquistare l’alloggio che abitano. Quella che sarebbe giusto fare è una patrimoniale sulle grandi ricchezze, ma su questo è nebbia fitta.
Redditi e consumi. Monti ha annunciato che la riforma fiscale sarà improntata a una riduzione della tassazione diretta e a un aumento della tassazione indiretta. Ma le tasse dirette, ovvero sui consumi, incidono pesantemente sui poveri, costretti a consumare tutto il loro reddito, al contrario dei ricchi che consumano una piccola parte del loro reddito. Lo insegnava anche don Milani nelle scuole di San Donato a Barbiana e ancora oggi, appesi alle pareti di quest’ultima scuola, ci sono vistosi grafici che documentano questa grande ingiustizia sociale.
Investimenti. È noto che per far ripartire rapidamente l’economia in recessione e creare posti di lavoro sono necessari corposi investimenti dello Stato, da fare anche a costo di ritardare il pareggio di bilancio previsto per il prossimo anno, ma fino a oggi non s’è visto nulla di concreto. In questa situazione, vorrei sentire più forte la voce di chi rappresenta i poveri: sindacati, parlamentari sensibili verso le ingiustizie sociali, Chiesa. Tutti condizionati dall’Europa? Motivazione inaccettabile.
Dall’Europa, della quale siamo co-fondatori, dobbiamo pretendere con forza scelte dove le ragioni dell’economia non soffochino mai quelle della giustizia.
Maresco Ballini, Calenzano (Fi)
 
Ascolti bene, caro signor Ballini, e constaterà che qualche voce si sta facendo sentire... E penso soprattutto alla voce della Chiesa, che per di più non si limita a parlare, ma è capace di concreta vicinanza a chi è più in difficoltà. Per il resto, come credo sappia già, condivido una parte delle sue critiche, ma non ho lo stesso giudizio negativo sulla qualità e sull’orientamento complessivo dell’attuale azione di governo. Alla quale riconosco di aver salvato l’Italia dal baratro in cui stava per essere risucchiata e dalla quale, ora, mi aspetto molto anche sul piano del rilancio del sistema Paese e di valorizzazione delle sue ancora straordinarie risorse umane e sociali. Conto – tanto per dirne una – che la riforma fiscale in arrivo non sia ciò che lei paventa, e cioè un’operazione tesa a trasferire il peso fiscale sulle imposte indirette (abbiamo già illustrato e commentato i rischi di una simile scelta). E aspetto con ansia – dopo quasi vent’anni di battaglie giornalistiche su questo tema – di vedere un governo che si fa una buona volta carico dei problemi delle famiglie con figli e, in particolare, di quelle monoreddito.