Opinioni

Aborto. I volontari nei consultori: stop all'ideologia, facciamo il tifo per la vita

Maurizio Patriciello martedì 16 aprile 2024

Siamo diversi, è vero; abbiamo ideali diversi, è vero. Una cosa accomuna credenti e non credenti, gente di destra e gente di sinistra: vogliamo tutti il bene del nostro popolo. Le scene di guerre ci fanno inorridire, i bambini dilaniati dalle bombe ci spaccano il cuore. Vorremmo tapparci il naso per non respirare più i nauseanti fetori della morte.

Vietato rassegnarsi, però, la speranza non deve morire. Di fronte agli scempi in atto, ritorna la domanda: ma che cos'è la vita? Quanto vale una vita? E, soprattutto, che cosa saresti disposto a fare tu per salvare una sola vita? Immagino le risposte: La vita è sacra; i bambini vanno difesi e tutelati; occorre fare ogni sforzo per arrivare a un qualche "cessate il fuoco". La vita, i bambini, la pace: tre baluardi ai quali non si può abdicare, pena la barbarie più feroce.

Quando inizia la vita lo sanno tutti, piccoli e adulti, scienziati e analfabeti. Dio - o il caso per chi crede che il niente ha organizzato il tutto - Dio, dicevo, ha voluto metterci al sicuro nel grembo di una donna. Viva, viva le donne. Sempre, sempre. Ci sono gravidanze problematiche, non desiderate, non volute, è vero. Che fare? L'aborto è una tragedia. Occorrono leggi appropriate. La nostra, quella italiana, dice a chiare lettere che il nostro è un popolo amante della vita, e farà di tutto per evitare a una donna in difficoltà di ricorrere all'eliminazione del feto, che le starà accanto, la sosterrà, eccetera.

Solo quando ogni strada si sarà rivelata inutile, seppur con la tristezza nel cuore, la donna, e solamente lei, deciderà il da farsi. La società, intanto, continuerà a restarle accanto, per aiutarla a superare il trauma. In quanto al bambino che portava in grembo, anche se è doloroso ammetterlo, purtroppo, la sua unica, irripetibile occasione di entrare in questo mondo tormentato e bello, è andata perduta per sempre. Quel bambino scacciato via avrei potuto essere io, o tu.

Per ottenere risultati migliori, per rimanere accanto alle donne incinte che vorrebbero abortire, per aiutarle a recuperare la serenità, per non chiudere gli occhi anche sulla vita che porta dentro e con la quale già da qualche mese convive, c'è bisogno di esperti, professionisti, volontari. I volontari. Finché nel mondo ci sarà qualcuno che, a costo zero, senza chiedere né pretendere niente, a rischio tante volte della sua stessa vita, si fa avanti, per correre in aiuto a chi è nel bisogno, possiamo sperare ancora. Fanno simpatia i volontari, a quelli di destra e a quelli di sinistra.

Tutti i volontari fanno simpatia, tranne quelli che amplificano il grido senza voce della vita nascente. Chissà perché. Ed ecco, allora, scatenarsi la solita, noiosissima, guerra nostrana. Alla proposta di fare entrare i volontari a favore della vita nei consultori, come già previsto dalla legge, ecco che M5s e Pd si stracciano le vesti. Qualcuno grida "vergogna", qualcun altro teme il ritorno dell'oscurantismo.

Perché mai? Di che hanno paura questi nostri fratelli e sorelle che, come noi, ebbero la fortuna di superare la spietata mannaia che incontra la vita intrauterina? Non dovrebbero, come tutti - e dico tutti, i colori politici, in questo caso, sono del tutto fuori luogo - non dovrebbero, dico, danzare sotto le stelle per una sola donna confusa, che giunta in clinica, chissà, magari potrebbe ancora riflettere sulla propria scelta?

Il pensiero non può non andare ai miei tantissimi amici parlamentari dei partiti citati, che operano nelle mie stesse zone e con i quali abbiamo affrontato tante battaglie a favore dell'ambiente e contro il crimine organizzato. Sapete bene, cari amici, ne abbiamo parlato tante volte, che solo l'anno scorso - ma accade ogni anno - sono venuti al mondo almeno una dozzina di bambini destinati a non nascere, solo perché le loro mamme hanno avuto la fortuna di incappare in un volontario della nostra povera parrocchia di periferia. In privato, a tanti di voi, ho mostrato le foto e i video che li ritraevano. «Ma è fantastico - mi avete detto - troppo bello, un vero miracolo. L'aborto è sempre un dramma... ». Tutto vero.

E adesso? Perché passate all'altra sponda? Temete, forse, i rimbrotti dei capi? Perché ci lasciate soli? Perché ci guardate in cagnesco come se fossimo assassini? Se volete, se i genitori saranno d'accordo, con tutte le cautele e le garanzie del caso, proporrei di mostrarli al mondo, quei video stupendi che vedemmo insieme, in cui il bambino che stava per essere gettato via, succhia felice al seno della mamma, o sgambetta per la chiesa, o che, ormai adolescente, vive l'emozione del primo amore. Ma questa vita vera, palpitante, scoppiettante non dovrebbe toccarvi il cuore? Non dovremmo, insieme, fare di tutto per tutelare il diritto all'autodeterminazione della donna senza distogliere lo sguardo da quello del piccolo innocente a nascere? E se, dal nostro comune impegno, un solo bambino supererà la frontiera e verrà a ringiovanire il mondo, non dovremmo tutti cantare vittoria? Perché ne fate, ancora, una becera questione politica e ideologica?