Opinioni

Domani la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Comunicare è innanzitutto generare

Chiara Giaccardi sabato 16 maggio 2015
Perché papa Francesco ha scelto la famiglia come simbolo della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebra domani? Il cammino della Chiesa è uno: non ci sono compartimenti stagni, ma ogni angolatura aiuta a illuminare l’insieme di una luce diversa e la famiglia, in questo momento, è una lente privilegiata per leggere il presente, per decifrare i segni dei tempi.Intanto si prepara il Sinodo sulla famiglia: vederla come scuola di comunicazione può aiutare a capire meglio sia la comunicazione che la famiglia stessa, in questo difficile e necessario cammino di discernimento. Poi è l’anno della misericordia: che significa lasciarsi toccare il cuore, non restare indifferenti, prendersi cura. Senza misericordia non c’è vita familiare, e la famiglia può diventare addirittura un inferno. La misericordia è invece scuola di una comunicazione fatta di prossimità e silenzi, contatti e lacrime condivise, abbracci e sorrisi: tutte forme che non si imparano sui libri, ma si ricevono in dono, si respirano e per questo possono diventare parte di noi, linguaggio del corpo e del cuore che impariamo a nostra volta a parlare.Ma c’è una affermazione ancora più radicale in questa scelta del Papa, che tocca il senso più profondo delle nostre esistenze: la prima comunicazione è quella della vita che nasce dalla differenza di maschio e femmina, e si trasmette tra le generazioni. Possiamo affittare, surrogare, comprare ma non cancellare questo dato originario: perché ci sia vita, maschile e femminile devono incontrarsi, e questo incontro tra diversi, questo “comune” che si costruisce nella relazione, è l’inizio di qualcosa di nuovo e irripetibile. Il cui primo messaggio è che la vita è un dono ricevuto, non un prodotto delle nostre mani. Possiamo generare perché siamo stati generati. Possiamo dare perché abbiamo ricevuto. Possiamo essere padri e madri perché siamo figli e figlie: è qui, nella libertà dei figli amati e non nella pretesa sovranità di individui assoluti, la matrice generativa di ogni comunicazione, e anche la misura della sua autenticità.