Opinioni

Ciò che davvero «spacca» il Paese e una urgente civile obiezione

Marco Tarquinio venerdì 31 agosto 2018

Gentile direttore, spaccare in due un Paese è sempre un male e costituisce comunque una colpa per chi lo provoca. Ora è un fatto che l’immigrazione sta spaccando l’Italia e questo è un male di cui soffriamo noi italiani. È evidente che anche solo per questo motivo bisogna eliminarne la causa.

Stefano Pelloni

Il verbo «eliminare» mi dà sempre i brividi quando si parla di esseri umani e delle loro condizioni, gentile signor Pelloni. Cancelliamolo idealmente dal nostro lessico... E obiettiamo civilmente all’idea di un Paese «spaccato» che qualcuno, dopo aver fallito per anni, nel tentativo di opporre Nord a Sud sino alla rottura politica della nostra patria, s’ingegna a realizzare sul piano morale. In verità, ciò che sta dividendo l’Italia e i pensieri e persino le coscienze degli italiani non è l’immigrazione-emigrazione in sé, fenomeno delicato e umanamente naturale, realtà che ci riguarda da anni come Paese di arrivo e non solo di partenza, movimento utile e necessario per tanti aspetti della nostra vita familiare, sociale ed economica e che è stato gestito con modalità alterne, spesso inadeguate e purtroppo negli ultimi otto anni (sotto la legge Bossi Fini) largamente inefficaci e sregolatrici. La divisione, che anche lei constata, è provocata da chi fomenta la guerra tra i poveri e quella contro i presunti 'buonisti' nel nome di un 'cattivismo' che nulla a ha che fare col rispetto della legge e della vita. Il caso Diciotti e le terribili sofferenze dei profughi eritrei salvati dai militari della nostra Guardia Costiera e, per i due terzi, accolti dalla rete solidale della Chiesa italiana ne è una dolorosa e inequivocabile dimostrazione.