Opinioni

La martellante successione di spot in una partita di calcio. Chi ha scelto di fare della tv il regno di azzardi senza freni?

Andrea Fagioli giovedì 26 febbraio 2015
Sky calcio, domenica 22 febbraio. Intorno alle 20,30 Ilaria D’Amico passa la linea alla collega. Così almeno crediamo. Ma no, forse non è proprio una collega, anche perché parla di quote: l’1 vale tanto, la x vale un po’ meno, il 2 un po’ di più. Nella scritta alle spalle della presunta collega si legge “Bwin”. Facciamo una rapida ricerca su internet: «Bwin.it offre ogni giorno 30.000 scommesse su oltre 90 discipline sportive». Allora è una società di scommesse. E perché la brava e bella Ilaria, che è giornalista e quindi soggetta alle regole deontologiche dell’Ordine, introduce direttamente uno spot pubblicitario senza annunciarlo come tale e senza un segnale audio o video che lo faccia capire?Lasciamo perdere: la partita sta per iniziare. Il telecronista e il commentatore dal Franchi di Firenze sono pronti. Le squadre sono a centrocampo. Ma prima del fischio d’inizio viene annunciato il “superspot”. Scorrono alcune pubblicità. L’attenzione si concentra su “Betfair”. Mannaggia a internet! Viene voglia di fare un’altra ricerca: «Moltiplica le tue vincite. Registrati ora». Un altro sito di scommesse. Vabbè! L’arbitro fischia l’inizio: godiamoci la partita. Ma alla fine del primo tempo è zero a zero. Nell’intervallo torna l’Ilaria nazionale, scambia qualche battuta con gli ospiti in studio e poi ridà la linea alla ragazza di prima, che insiste a parlare di quote, dice che sono cambiate: la x, cioè il pareggio, vale meno, resta invariato l’1, aumenta il 2. Riparte anche il “superspot”. Questa volta compare “William hill”. Solita rapida ricerca grazia al tablet sempre a portato di mano: «Scommesse sportive online». Nel frattempo un altro spot: “Betclic”. Come sopra: «Scommetti online e gioca in maniera legale e sicura! Registrati e ricevi un bonus sulla tua prima scommessa!». Pensandoci bene, quando Sky poco prima della partita intervistava i giocatori e i dirigenti della Fiorentina e del Torino alle loro spalle scorrevano varie scritte tra cui proprio quella: “Betclic”.Sta per iniziare il secondo tempo. Se contiamo le pubblicità alle scommesse online, perdiamo il resto della partita. Però, a pensarci bene: Bwin, Betfair, William hill, Betclic... Ed è solo un posticipo domenicale. E poi Fiorentina e Torino (è inutile illudersi) non sono così importanti da meritare tante “giocate”! Nemmeno i telespettatori si meriterebbero tanta pubblicità più o meno camuffata per un gioco che non è un gioco, ma la rovina di tante famiglie. E a nulla vale l’ipocrita dicitura salva-apparenze per cui “il gioco può creare dipendenza”. Ma davvero il bando della pubblicità dell’azzardo, proprio come quello stabilito per i prodotti da fumo, sarebbe solo un lusso? Piuttosto, una liberazione dall’assedio...