Opinioni

Stretti a Colui che ci attende. La certezza e lo sguardo

Marina Corradi domenica 19 maggio 2013
È una domanda che avevamo addosso in tanti, dopo due mesi che conoscia­mo Francesco, quella che gli è stata fatta ie­ri nella veglia di Pentecoste con i Movimenti: «Santità, lei come ha raggiunto la certezza della fede?». È una domanda che avremmo fatto in molti, e per prima, scossi proprio dalla fede di roccia che sentiamo in ogni parola del Papa. E tutto il rispondere di Francesco ieri in San Pietro, davanti a una piazza gremita, in fondo è stata una rispo­sta prima di tutto a questa domanda. La certezza, ha risposto Bergoglio ricor­dando una sua Confessione a 17 anni, è sta­ta, nell’incontro con quel prete, scoprire che Qualcuno mi aspettava. La certezza, quel­la certezza della fede che amiamo in Fran­cesco e che in lui ci seduce, non è dunque qualcosa che ci procuriamo da noi, con i nostri migliori sforzi, e nemmeno studian­do. Non siamo noi che la conquistiamo, ma è la fede, che «cresce dalla mano del Signo­re »; e, ha aggiunto il Papa usando una pa­rola spagnola, «è Lui che ci primeira sem­pre », che ci anticipa sempre. È Lui, che da un tempo immemorabile ci attende; e non lo incontreremo con nessuna strategia dot­ta o spirituale. Occorre, soltanto, lasciarsi prendere per mano. Come figli piccoli, che prendono per mano la madre e la seguo­no, senza nemmeno chiedere dove si va; fidandosi totalmente, in quell’attitudine dell’uomo bambino che sembra esserci stata data anche per insegnarci come si sta, davanti a Dio. Che straordinario dialogo, ieri sera in San Pietro, fra la gente delle Associazioni e dei Movimenti e Francesco. Testimone, più che maestro: perché i maestri sanno, ma solo i testimoni, come ha detto egli stesso, tra­smettono la fede, anche senza parole, ma con la vita intera. Che memorabile giorna­ta in quella piazza colma e già calda, piena di ragazzi che per venire da Milano o da Pa­lermo erano partiti alle sei del mattino, e son tornati a notte fonda, o all’alba. Sono ve­nuti ad ascoltare un testimone; e la verità del­la vita vissuta da Francesco nelle periferie di Buenos Aires si percepiva in ogni parola. E, come si fa, gli hanno chiesto ancora, a superare il nostro essere fragili? E la rispo­sta ci ha fatto sorridere, perché è la prima volta che un Papa dice pubblicamente che la sera, a volte, stanco, sul suo inginocchia­toio quasi si addormenta. Dorme, il Papa, mentre prega? Certi cattolici di stampo vo­lontaristico e severo potrebbero scandaliz­zarsene. Ma solo perché non capiscono l’es­senziale: che è, ha detto il Papa, «più anco­ra che guardare il volto di Dio, il sentirsene guardati». «Se anche mi addormento un po­chino – ha aggiunto sorridendo – mi sento confortato, perché so che Lui mi guarda». Perché tutto viene da Cristo, sempre lui ci primeira, ci previene, ci attende: fede, è incontrare Colui che ci aspettava. Che in fondo è la 'scoperta', anzi la risco­perta, dei Movimenti che in questi decen­ni sono fioriti nella Chiesa, vivi, anche ir­ruenti, guardati a volte con preoccupazio­ne dagli stessi cristiani di vecchia data. I Mo­vimenti sono stati generati dal carisma dei fondatori, e da incontri personali con uo­mini, con donne che portavano il volto di Cristo nelle strade, nelle città, nelle scuole. Nei Movimenti milioni di uomini nel mon­do hanno scoperto proprio questo, che c’e­ra Uno, che li attendeva; ed era vivo e ope­rante, qui e ora, nella storia; non passato re­moto, non pio appassito ricordo. E questo ha generato nella Chiesa una vita nuova che si è vista ieri in San Pietro, con tutti quei ra­gazzi venuti da lontano, certi di un Cristo vi­vo: cuneo che perturba la opaca tranquil­­lità, e il gaio nulla, e sfida la disperazione tra­cimante, che avvertiamo fra noi. Una Chiesa viva e aperta, ha esortato Fran­cesco, mai chiusa come una stanza polve­rosa. E i ragazzi partiti alle sei da Milano, pellegrini sulla tomba di Pietro, magari sta­notte avrebbero voluto, tornando, pregare, ma il sonno li ha vinti. Però hanno pensato che il Papa ha detto che anche lui, a volte, per la stanchezza si assopisce, ma non im­porta, perché intanto sa che Cristo lo guar­da. E in questa certezza e memoria tanti nostri figli, stanotte, come bambini si sono addormentati.