Opinioni

Economy of Francesco. C'è una 25esima ora per la Terra, prendiamocene la responsabilità

Luigino Bruni venerdì 6 ottobre 2023

Quest’anno, per il suo evento globale, l’Economy of Francesco (EoF) ha scelto come titolo la venticinquesima ora. Quello di oggi è il quarto global event di EoF da quando Papa Francesco scrisse il 1° maggio 2019 la lettera di convocazione per giovani economisti, imprenditori e imprenditrici, change makers, che si è presto rivelata un benedetto tocco della mano della Provvidenza che ha risvegliato coscienze, autentiche vocazioni civili di giovani che si sono sentiti chiamati per nome e hanno risposto con la loro tipica generosità generativa.

L’immagine di un’ora in più, quell’ora che inizia quando le 24 ore del giorno sono finite, ha ispirato racconti e film, a cominciare dal romanzo del 1949 dello scrittore rumeno Constantin Virgil Gheorghiu. La nostra generazione e quella precedente hanno inventato la globalizzazione, Internet, hanno realizzato la rivoluzione della longevità, i robot e l’intelligenza artificiale, i Suv e le auto elettriche; ma mentre facevano tutto ciò hanno consumato ed esaurito le 24 ore che erano a nostra disposizione da quando, oltre mezzo secolo fa venne lanciato l’SOS della Terra (si pensi al rapporto del Club di Roma sui limiti della crescita, nel 1972).

Un SOS che non coinvolge solo la Terra perché il tempo è scaduto anche per la giustizia nei confronti dei poveri, degli scartati, di molte popolazioni indigene, di troppe donne umiliate, di troppi bambini che non riescono ad andare a scuola e a vivere la vita che dovrebbero vivere, dei troppi migranti respinti, della estinzione delle piante, degli animali, della biodiversità delle foreste, dei mari, dei deserti, dell’atmosfera, dei ghiacciai, della creazione che mai come in questo nostro tempo geme e soffre. Sono passate le molte ore del giorno, poco tempo fa siamo entrati nell’ultima ora, ma non ce ne siamo accorti.

Chi lo aveva capito, invece, certamente per i poveri, per gli scartati, per i bambini, per la Chiesa, era Don Lorenzo Milani, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita. In una delle sue pagine più profetiche scriveva la “lettera dall’oltretomba” ai futuri “missionari cinesi” che sarebbero arrivati in Europa nell’anno duemila (cinquant’anni dopo la sua lettera), per rievangelizzare una Europa dove, nel frattempo, la fede cristiana era scomparsa, lasciando soltanto rovine di campanili e di chiese abbandonate.

Concludendo la sua lettera così scriveva: « Non abbiamo odiato i poveri, abbiamo solo dormito. Ma quando ci siamo svegliati era troppo tardi: i poveri erano partiti senza di noi» ( Esperienze Pastorali, 1958). E se la Chiesa perde i poveri perde sé stessa, perde l’anima, si smarrisce, perché la Chiesa vive solo dove si può ripetere con Gesù: “beati i poveri”, senza vergognarsi. Anche noi tutti abbiamo dormito, e mentre dormivamo le ore trascorrevano, prima lente poi via via più veloci. Il tempo trascorreva sulla nostra indifferenza, che col passare degli anni è diventata sempre meno innocente e sempre più colpevole. Ma, grazie a Dio, abbiamo un’ora in più. Siamo ancora vivi. Forse Dio ha ascoltato i suoi profeti che, come Abramo, lo implorano di dare un’altra opportunità alle nostre “Sodoma e Gomorra”.

È la preghiera di san Francesco, di papa Francesco - i due Francesco di EoF -, di Chiara, dei molti giovani e adolescenti che da anni stanno gridando per salvare la terra e gli scartati, dei molti profeti del nostro tempo, spesso anonimi e sconosciuti, che continuano a combattere, pregare e sperare che la Terra e i poveri abbiano un futuro - per ottenere un’ora in più, un’ora donata, di un tempo in più, che Dio sta facendo alla terra e ai poveri. Una supplica che questa volta è stata esaudita. L’EoF è parte di quest’ora donata, e lo è insieme ai tanti che stanno tenendo viva la speranza. Perché, quando nella Bibbia alla terra è donata una nuova speranza, il segno è l’Emmanuel, un bambino, un giovane. Lo aveva detto Papa Francesco nel suo messaggio a EoF nell’ottobre del 2021: «Voi siete l’ultima generazione che ci può salvare, non esagero». Oggi ad Assisi si celebrano la responsabilità e la gioia di questa ora donata. È l’ora della gratuità, l’ora che poteva non esserci e che invece c’è.