Il direttore risponde. Assisi, ciò che si dice e ciò che è
Caro direttore,
i religiosi, le religiose e le famiglie francescane sono un esempio di valori e accoglienza, lo “Spirito di Assisi” è una luce per il dialogo nel mondo, grazie alla storia di Francesco, Chiara e di coloro che, ancora oggi, percorrono il cammino francescano. Per questo abbiamo letto con profondo rammarico l’articolo pubblicato da “Il Fatto” di lunedì 23 settembre totalmente lontano dalla realtà che tutti possono verificare, a cominciare dalla qualità dei restauri post sisma 1997, attraverso i quali qui ad Assisi sono state recuperate le case dei cittadini assieme a monumenti, basiliche, chiese, complessi religiosi, luoghi con profonda valenza spirituale e culturale, rimessi in luce utilizzando, in modo adeguato, anche le risorse pubbliche messe a disposizione di questa comunità civile (peraltro molti luoghi religiosi, veri musei d’arte, sono tutti accessibili liberamente e ad Assisi non è stata mai applicata la tassa di soggiorno). Alcuni di questi luoghi religiosi, come sempre avvenuto, svolgono la loro missione anche accogliendo “a basso costo” persone e gruppi che, altrimenti, non avrebbero la possibilità di visitare i luoghi di Francesco d’Assisi e vivere una esperienza spirituale, culturale e di comunità. Occorre inoltre ricordare le tante opere di carità condivisa, svolte attraverso la Caritas, il sostegno agli ultimi, i servizi socio-culturali, l’accoglienza di famiglie, bambini e ragazzi con asili, oratori e spazi per incontri. Anche le attività, che si potrebbero definire turistiche (ripeto: a basso costo) e commerciali riconducibili alla Chiesa cattolica vengono realizzate con grande sobrietà e semplicità, e sempre secondo le norme e nel rispetto dei tributi dovuti, ma con la sola finalità di mantenere le strutture edilizie, sostenere opere di accoglienza, educative, sociali e di carità che, altrimenti, non potrebbero essere svolte.
Il Comune di Assisi, e quindi l’intera comunità, fruisce dunque di tanti servizi religiosi, sociali e di promozione culturale e si sta impegnando per definire, in particolare con le due Basiliche papali (San Francesco e Santa Maria degli Angeli) specifiche convenzioni per una reciproca collaborazione tra realtà civile e religiosa, chiarendo termini di proprietà e modalità di gestione di piazze e spazi comuni.
Su un piano più generale mi preme sottolineare che, soprattutto in questo complesso momento di difficoltà economica, la Chiesa locale e le famiglie francescane sono un elemento di coesione sociale fondamentale. Penso, insomma, che certe malevolenze svaniranno «come lacrime nella pioggia», mentre le opere di accoglienza e carità rimarranno nel cuore dei semplici, dove ancora il francescanesimo sa costruire una vera speranza. Un cordiale saluto.
Claudio Ricci, Sindaco di Assisi