Opinioni

La vicenda della Capitana. Su Antigone-Carola, la morale e la ragione dello Stato

Ferdinando Camon sabato 6 luglio 2019

Quelli che difendono Carola hanno in mente Antigone, e pensano: "È una nuova Antigone, fa quel che farebbe Antigone". Anch’io ho scritto e detto queste cose. Ma Antigone è in-criticabile? Certo leggendo la tragedia di Sofocle ci si schiera con lei, ma le ragioni della controparte sono inesistenti o infondate? Non commette degli errori Antigone? E non commette degli errori Carola? Certamente, ma questi errori non permettono di considerare sbagliato, inaccettabile e condannabile il loro comportamento. Sul loro comportamento non si discute.

Antigone è la protagonista dell’omonima tragedia di Sofocle, e il giurista Gustavo Zagrebelsky, già giudice Costituzionale, ha scritto che «tutto ciò che l’umanità ha pensato, nei secoli, sul rapporto tra ciò che è giusto e ciò che è legale, non è che una variazione o un’integrazione dell’Antigone di Sofocle». Che è uno dei grandissimi libri dell’umanità. La vicenda di Carola Rackete è proprio su questo problema: lo scontro tra ciò che è giusto e ciò che è legale.

Antigone vuol dar sepoltura al fratello, morto combattendo contro la propria città, e perciò condannato dal re a restare insepolto, in pasto ai cani, con l’anima che non può entrare nel regno dei morti e aver pace. Disobbedendo alla legge, Antigone sparge sul suo corpo una manciata di polvere, e così lo seppellisce. Vien presa, condannata a morte, poi graziata e chiusa in una grotta. Noi tutti, nei secoli, a dire che è buona ed è santa ("seppellire i morti" è nel Cristianesimo). Goethe la definisce «la più sororale delle creature». Ma Hegel le dà torto, perché dice che, tra la morale della famiglia e la morale dello Stato, Antigone sta ancora con la morale della famiglia, che è una morale arcaica, mentre la morale moderna è quella dello Stato. Nessuno più, citando Antigone, pensa a Hegel, tuttavia il gesto coraggioso e buono di Antigone, dar sepoltura al fratello, urta contro le accuse che venivano mosse al fratello: non si era ribellato al governo di Tebe? Non aveva disobbedito alle leggi? Non aveva combattuto con le armi contro il proprio Stato? Non meritava di essere esiliato, condannato, lasciato insepolto?

Antigone non risponde a nessuna di queste accuse, le ignora, lei seppellisce il fratello nonostante le colpe che può avere. Non contesta la legge, fa un’altra cosa: colloca la pietà al di sopra della legge. La pietà è una legge a parte, separata e superiore. Antigone sa che quello che fa è illegale, ma sente che è giusto. Dirle "sei fuorilegge" non significa "sei senza legge", ma "hai un’altra legge, che noi non abbiamo".

L’accusa più pesante di Matteo Salvini a Carola è la stessa: "È una fuorilegge". Usa fuorilegge per dire criminale, bandita, fuori del bene, fuori del giusto, ma non è questa la contrapposizione. La contrapposizione è fra Stato e coscienza. I migranti portati da Carola vengono in uno Stato che non li vuole, su una nave che batte la bandiera di un altro Stato che non li vuole, la nave ha l’equipaggio di uno Stato che neanche questo li vuole, e costituiscono un costo economico. Quelli che si oppongono al salvataggio non sono senza ragioni, ma non sono ragioni etiche, sono ragioni economiche. Non ragioni della giustizia, ma ragioni dello Stato. In nome dello Stato, Hegel starebbe con loro. Che interesse c’è a salvarli? Che interesse aveva Antigone a spargere la polvere sul corpo del fratello? Morale arcaica. Ma il problema è che la morale non è mai arcaica, la legge invecchia, ma la morale no. Sofocle ha scritto l’Antigone nel 442 avanti Cristo, ma se la scrivesse nel 2019 dopo Cristo non cambierebbe niente.