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Indagine. Troppo odio e notizie false. Gli italiani diffidano di più di social e media

martedì 6 dicembre 2022

Oltre il 70% degli italiani è allarmato dalla diffusione di discorsi e atteggiamenti d’odio sui social network. Solo 3 cittadini su 10 si dichiarano poco o nulla preoccupati. Il 68% è preoccupato dalla possibilità di incorrere in notizie false, e 2 italiani su 3 dubitano spesso delle notizie viste o lette in rete.

È quanto emerge da un’indagine condotta dall’Istituto Demopolis – per Oxfam Italia – su un campione di oltre 4.000 intervistati, rappresentativo della popolazione maggiorenne. Una crisi di fiducia che investe Internet, i social, ma anche i media tradizionali (radio, tv, carta stampata). LEGGI L'INDAGINE clicca qui

56% la quota di italiani convinta che alcuni discorsi d’odio, anche online, abbiano contribuito a creare pregiudizi contro i migranti o alcune particolari categorie di immigrati.

Oltre 8 italiani su 10 hanno intercettato notizie quali ad esempio: “L'immigrazione aumenta l'insicurezza e la criminalità” (88%); “L’Italia ha fatto entrare molti più immigrati degli altri Paesi europei” (74%). Notizie false: negli ultimi dieci anni, a fronte di un progressivo aumento della presenza straniera, è diminuito sia il numero assoluto di stranieri detenuti che il tasso di detenzione, che è passato dallo 0,71% del 2008 allo 0,34% del 2020; quanto alla seconda notizia, nel 2021, in Italia hanno chiesto asilo 53.610 persone (0,09 % della popolazione), contro le 65.295 della Spagna (0,14%), 120.685 della Francia (0,18% della popolazione), 190.545 della Germania (0,23% della popolazione).

Nei 2/3 dei casi, a veicolare tali notizie sono spesso esponenti politici, ma se ne parla anche in notizie e programmi tv (56%), nonché in conversazioni spicciole fra amici, colleghi e parenti (55%), oltre che sui social network (48%).

In quanto alle vere preoccupazioni degli italiani al primo posto per l'81% c'è l’allarme per i costi impazziti di gas e carburante. Al secondo, 78%, e politiche per l’occupazione e il lavoro. L'immigrazione, 37%, è ora al 7° posto mentre era al 3° nel 2019.