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L'appello. «In montagna? Sì, in sicurezza»

Paolo Ferrario sabato 16 gennaio 2021

«Scegliete un’altra montagna: meno rischiosa, ma non meno coinvolgente». Attraverso un messaggio video, il Soccorso alpino lancia questo appello agli appassionati, per sensibilizzare a una frequentazione della montagna in sicurezza, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria, con gli ospedali già messi a dura prova. Negli ultimi anni, infatti, sono state oltre 4mila le missioni di soccorso per ogni inverno. E già in queste prime settimane dell'anno, i tecnici del Cnsas sono stati chiamati a intervenire in numerose occasioni sia sull'arco alpino che sugli Appennini.

«Serve una grande responsabilità e scelte conseguenti – chiede Maurizio Dellantonio, il presidente nazionale del Cnsas –. Ogni incidente in montagna aggrava la mole di lavoro per l’intera sanità, impegnata nel fronteggiare l’emergenza Covid-19: è per questo che lanciamo questo video per chiedere che gli sport a rischio in montagna siano per una volta messi in secondo piano nelle scelte degli appassionati. Le alternative non mancano e potrebbero essere occasione per scoprire attività, percorsi e località meno note».

L'appello del Soccorso alpino è rilanciato dal presidente generale del Cai, Vincenzo Torti: «Non si può che condividere l'invito alla prudenza del presidente Dellantonio e alla diversificazione delle attività in terreno aperto, grande quanto tutta la montagna italiana. In un momento in cui nessuno deve abbassare la guardia, dobbiamo però auspicare la ragionevolezza dei provvedimenti che sappiano guardare alla montagna consentendo, nel rispetto delle regole, ciò che, lungi dal porsi in un rapporto di causa effetto, con la diffusione del virus tutela la salute di moltissimi cittadini amanti della montagna».

L’iniziativa del Soccorso Alpino e Speleologico è organizzata nell’ambito del progetto “Sicuri in Montagna”, che vede il penultimo weekend di gennaio tradizionalmente dedicato alla prevenzione degli incidenti sulla neve. Quest’anno è dedicata ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario italiano.