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Il gesto. Felpa, cerchietto, la partita di calcio: i regali per gli anziani nelle Rsa

Andrea Ceredani sabato 23 dicembre 2023

Faustina, ottantenne novarese, per Natale vorrebbe una «comoda felpa». Ad Anna, 79 anni, basterebbe una canottiera lilla. Mentre il sogno del cuneese Salvatore, classe 1951, è un ritorno a San Siro: «Mi piacerebbe vedere una partita del Milan assieme a un altro tifoso – confessa –. Sono un fedelissimo dal 1958 ma non vado allo stadio da troppo tempo». Purtroppo, nessuno ascolta i loro desideri da anni; da quando, cioè, hanno iniziato a vivere in Rsa. Per loro e per migliaia di altri anziani, i volontari del progetto “Nipoti di babbo Natale” percorrono ogni anno centinaia di chilometri e consegnano regali d’ogni genere. Nata nel 2018, l’iniziativa della Onlus “Un sorriso in più” ruota attorno a un’idea tanto semplice quanto importante: raccogliere online ed esaudire i desideri natalizi degli ospiti delle case di riposo. Siano essi un incontro, una lettera o dei calzini colorati per rallegrare, anche quest’anno, il Natale di circa 8.400 anziani. «Al centro mettiamo le relazioni – spiega la coordinatrice Laura Bricoli –. Pensiamo sempre di sapere quale sia il bene degli anziani, ma è un errore non chiedere a loro». Così, ove possibile, i nipoti consegnano di persona i regali ai nonni adottivi, intessendo talvolta vere e proprie amicizie. Come quella nata fra Laura, ospite di un Rsa a Bergamo, e la sua amica di penna Claudia. Dopo mesi di corrispondenza e compagnia epistolare, a farle incontrare è stata pochi giorni fa la consegna del regalo di Natale: una macchina da scrivere, con la quale subito Laura ha ringraziato la sua “nipotina”. «Era difficile ai miei tempi possedere una macchina da scrivere – si legge nella lettera indirizzata a Claudia – perché era privilegio di classi sociali molto alte. Mi sento orgogliosa di poter scrivere queste parole: sto già impostando un giallo di cui parleremo insieme, per ora ciao!».Fra chi fantastica un incontro con Massimo Ranieri e chi si accontenta di sfogliare un giornale, molti 90enni hanno le idee chiare sui loro sogni e i loro progetti. Eppure, ancora molte Rsa preferiscono esprimere pochi desideri all’anno: accompagnare troppi anziani all’incontro con i volontari – confessano – richiederebbe molte energie a strutture già sotto stress. In effetti, in Italia sono solo 19 i posti letto ogni mille over 65 e il personale infermieristico nelle case di riposo scarseggia (70mila i professionisti mancanti in tutto il Sistema sanitario). Ma, assicura Laura Bricola, la disponibilità degli operatori è incondizionata: «Si interrogano spesso su un nuovo modo di prendersi cura.

Nelle Rsa si dà per scontato di lavorare sui bisogni con prassi e routine, ma i nostri “nipoti” mettono al centro il desiderio dell’ospite, dando riconoscimento alla sua indipendenza nonostante il cedimento del corpo». In altre parole, gli anziani sanno ancora scegliere per sé stessi. E sono anche in grado di emozionare i volontari: «Sono io ad aver ricevuto il regalo più grande», ripetono molti nipoti disposti a tutto per i propri anziani. Ivana, ad esempio, ha percorso quasi mille chilometri in auto per portare un chilo di orecchiette dalla sua Puglia a Milano. Così come Franca (nome di fantasia), che dall’Abruzzo ha raggiunto Como per incontrare una donna originaria del suo stesso paesino. E ancora: «Ricordo di tre sorelle – racconta Bricoli – che vivevano in tre città diverse e avevano scelto insieme lo stesso signore anziano per fargli un regalo: era l’occasione per reincontrarsi». Ogni anno, da quella prima volta, non mancano all’appuntamento con lui. Del resto – si intuisce subito scorrendo la lista – le idee regalo abbondano fra i molti anziani che, anche alla soglia dei cento anni, non smettono di coltivare le proprie passioni. «Un tempo facevo dei maglioni strepitosi», racconta Santina, 97 anni, che chiede lana e ferri da maglia. Mentre per la 92enne Bruna, dopo un passato da interprete, non c’è pomeriggio senza un buon romanzo in inglese. «Gli anziani danno importanza alle piccole cose – spiega Laura Bricoli – e spesso preferiscono partecipare ad attività piuttosto che ricevere oggetti». Tornando a un Natale fatto di persone più che di cose: «Stiamo spostando tutto verso gli elfi e babbo Natale, ma il Natale è un’altra cosa – conclude la referente -. È incontro con l’altro, è dono di sé e del proprio tempo».