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Milano. Tutti i segreti del Duomo ora sono online

Andrea D'Agostino venerdì 20 maggio 2022

L'interno del Duomo

Dalla cripta fino alla guglia della Madonnina, passando per le gigantesche vetrate. Da oggi il Duomo di Milano non ha più segreti,
grazie ad un accordo tra la Veneranda Fabbrica e Google Arts & Culture che ha fotografato e digitalizzato tutti gli ambienti della cattedrale milanese, la terza chiesa più grande al mondo e uno dei capolavori del gotico internazionale. Con "Milan Cathedral: Remixed", è possibile infatti esplorare online, comodamente da ogni parte del mondo, i preziosi contenuti non solo della basilica, ma anche del museo del Duomo e dell'archivio della Veneranda Fabbrica (g.co/milancathedral). Un progetto unico nel suo genere: non è certo la prima volta che Google riprende i principali capolavori nei più noti musei del mondo, ma questa volta è completamente diverso, sia per la durata dei lavori che per numero totale di immagini riprodotte. Google Arts è una piattaforma attiva da una decina d'anni come organizzazione senza scopo di lucro, che ha l'obiettivo di favorire l'accessibilità alle opere d'arte di tutto il mondo: finora ha fotografato e scannerizzato capolavori e materiale di vario tipo conservato in tremila tra musei e archivi. Ovviamente l'Italia è uno dei Paesi dove sono state avviate numerose collaborazioni,
l'ultima delle quali è il palazzo del Quirinale, mentre a Milano è già stato ripreso il teatro alla Scala. Per il Duomo, però, il lavoro è stato lungo e laborioso, con alcune interruzioni dovute alla pandemia e al lockdown.
Dopo ben due anni, ha spiegato Amit Sood, direttore di Google Arts & Culture, sono state selezionate oltre 500 immagini e più di 50 vetrate sono state digitalizzate per un totale di oltre 2.000 antelli (parti delle vetrate) in Gigapixel, finora invisibili ad occhio nudo, realizzando inoltre una quindicina di percorsi su Street View nella cattedrale e all'interno del museo del Duomo, per un totale di 20mila metri quadrati. E il clima, una volta tanto, ha aiutato: grazie alle numerose giornate soleggiate è stato possibile riprendere al meglio i colori delle vetrate, che con il cielo oscurato sarebbero risaltati meno. Il risultato finale è un grande sito colorato all'insegna del colore principale rosa, che rimanda ovviamente alla sfumatura del celebre marmo scavato nelle cave di Candoglia con cui fu costruita la cattedrale.

Particolare della vetrata absidale - Veneranda Fabbrica del Duomo, Google Arts&Culture

Alla base di tutto, c'è soprattutto la volontà di condividere con tutti i tesori che conserva il complesso, accumulati nei suoi 635 anni di storia, a partire cioè dal 1387, anno di fondazione della Veneranda Fabbrica, l'istituto che sovrintende al monumento i cui lavori erano iniziati l'anno prima per volere di Gian Galeazzo Visconti. In particolare le vetrate, che collocate come sono a decine di metri d'altezza, possono adesso essere ammirate da vicino (e i disegni furono realizzati da artisti e architetti del calibro di Arcimboldo o Pellegrino Tibaldi). Come ha ricordato ieri monsignor Gianantonio Borgonovo, arciprete del Duomo e direttore dell'area Cultura della Veneranda Fabbrica del Duomo, per proteggerle durante la Seconda guerra mondiale, furono smontate e nascoste nelle cantine. «Ecco, il nostro scopo è condividere e proteggere, e non chiudere in cantina questo patrimonio».Dal punto di vista tecnico, ha aggiunto Sood, «è stato un progetto estremamente importante con tutta una serie di sfide». E non c'è soltanto la parte relativa alle immagini e alla narrazione, ma sono stati ideati anche dei giochi interattivi per i più piccoli, come il puzzle party per ricostruire parti del monumento o particolari delle vetrate da colorare come i rosoni centrali.

Le terrazze del Duomo, capocrocre sud - Veneranda Fabbrica del Duomo, Google Arts&Culture

Il progetto è stato pensato per tutti, a partire da chi conosce poco la storia del Duomo. Nella prima schermata del sito si parte in modo semplice con le cinque curiosità, come il progetto mancato del tiburio da parte di Leonardo da Vinci, o alcune statue che raffigurano sia allegorie come "La legge nuova" sopra l'ingresso principale (scolpita da Camillo Pacetti nel 1810, secondo alcuni studiosi avrebbe ispirato la più celebre Statua della Libertà di New York) sia personaggi reralmente esistiti, ma che non ci si aspetterebbe di trovare qui, come il pugile Primo Carnera. Ma le informazioni sono moltissime: non tutti sanno che il Duomo ospita più di 3.400 statue, molte delle quali si trovano sulle Terrazze. E persino una delle specialità di Milano, il risotto allo zafferano, si collega alla sua storia: una delle curiosità più divertenti che si possono leggere riguarda infatti questo piatto, che avrebbe avuto origine all'interno del cantiere della cattedrale, dato che i pistilli venivano utilizzati nei pigmenti per colorare di giallo i vetri (i più curiosi possono leggere l'intera storia cercando la vetrata numero 34 dedicata alle storie di Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino: si trova nella navata sinistra e in vari punti i vetri sono gialli). «Per quasi due anni, il nostro cantiere ha lavorato insieme ai tecnici di Google per donare a tutti la possibilità di indagare la cattedrale, simbolo di Milano nel mondo, con occhi nuovi. Un risultato – ha concluso Borgonovo – di cui siamo orgogliosi, di grande valore scientifico e che sarà apprezzato non soltanto dai milanesi, ma da tutti coloro che amano l'arte e il nostro Paese».​