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La Giornata. Dalla dengue alla lebbra, il piano dell'Oms contro le malattie tropicali

Redazione Internet sabato 30 gennaio 2021

Dalla dengue alla lebbra, dalla rabbia al tracoma, ogni anno le malattie tropicali colpiscono oltre un miliardo di persone e causano più di mezzo milione di morti. In occasione della Giornata mondiale delle Malattie Tropicali Neglette che si celebra il 30 gennaio l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) lancia un documento che stabilisce obiettivi globali per prevenire, controllare, eliminare 20 malattie tropicali neglette causate da virus, batteri, parassiti, funghi e tossine.

Queste malattie, molte delle quali prevenibili e curabili, prosperano in aree in cui l'accesso a servizi sanitari di qualità, acqua pulita e l'igiene è scarsa. Ma, come ricorda l'Istituto Superiore di Sanità (Iss), "sono diffuse in tutto il mondo anche a causa di migrazioni umane, viaggi internazionali, movimentazione di animali". Una ricerca realizzata nel nostro Paese, precisa l'Iss, "ha permesso di identificarne 4.132 casi tra il 2011 e il 2017, soprattutto schistosomiasi, strongiloidosi e malattia di Chagas ma anche cisticercosi, scabbia, filariosi, leishmaniosi ed echinococcosi cistica".

In tutto il mondo, a partire dalle 18, si illumineranno di viola e arancione, alcuni tra i più importanti edifici e monumenti del pianeta, in occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Tropicali Neglette (World Neglected Tropical Disease day). Questa giornata internazionale è stata istituita nel 2020 per creare consapevolezza e promuovere azioni a supporto della lotta contro le malattie 'dimenticate'.

Nell'ultimo decennio, sono stati realizzati miglioramenti sostanziali, ricorda l'Oms, con 600 milioni di persone in meno a rischio rispetto a un decennio fa. Tuttavia, i cambiamenti climatici, i conflitti armati e le disuguaglianze nell'accesso a acqua potabile e servizi sanitari rendono il problema ancora attuale.

Quattro, quindi, gli obiettivi principali della roadmap 2021-2030 dell'Oms:

1. ridurre del 90% il numero di persone che necessitano di cure contro le malattie tropicali neglette;

2. diminuirne del 75% gli anni di vita persi per disabilità collegate;

3. far sì che 100 paesi ne abbiano eliminata almeno una;

4. eradicarne totalmente almeno due nel mondo (dracunculiasi e framboesia).

"Se vogliamo porre fine al flagello delle malattie tropicali trascurate", ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms, "dobbiamo lavorare insieme in nuovi modi per ottenere la prevenzione e il trattamento di tutte queste malattie per tutti coloro che ne hanno bisogno".

Le Malattie Tropicali Neglette (NTD) sono un gruppo eterogeneo di infezioni tropicali che sono comuni nelle popolazioni a basso reddito nelle regioni in via di sviluppo dell'Africa, dell'Asia e delle Americhe.

Uno dei Paesi più colpiti al mondo, con la presenza di almeno 12 tra le 20 malattie censite, è il Sud Sudan.

Il video in questo articolo presenta l'Allenza contro la Nodding Syndrome (Sindrome del dondolamento), nata un anno fa proprio per sconfiggere questa malattia nel Sud Sudan.

La Nodding Syndrome, o sindrome del dondolamento, che prende il nome dal caratteristico frequente dondolamento della testa a essa associato, sebbene non ufficialmente riconosciuta come NTD, è una condizione neurologica di origine sconosciuta fortemente associata a una malattia negletta chiamata oncocercosi (nota anche come cecità dei fiumi).

La Nodding Syndrome è stata rilevata per la prima volta in Tanzania negli anni '60, poi in Sudan negli anni '90 e nel nord dell'Uganda nel 2007. Le cause della sindrome rappresentano una sfida che la comunità scientifica internazionale fronteggia da molti anni, ma si ritiene che una delle possibili cause sia un parassita (Onchocerca volvulus) trasportato da una specie di mosca che si riproduce tra le piante che crescono sui bordi dei fiumi.

L'età di insorgenza della sindrome varia tipicamente tra i 5 e i 15 anni, danneggiando i bambini durante le fasi cruciali della loro crescita, al punto da avere effetti devastanti sullo sviluppo del cervello e una conseguente perdita delle capacità cognitive e verbali e di vivere indipendentemente da chi si prende cura di loro. Le condizioni dei bambini peggiorano gradualmente e, in molti casi, questi soffrono di più convulsioni al giorno e sviluppano gravi deformità fisiche, problemi comportamentali come apatia o aggressività, disturbi psichiatrici, fino anche alla perdita di tutte le facoltà cognitive. Infine, l'emarginazione, i maltrattamenti, l'abbandono e la malnutrizione emergono come alcune delle conseguenze a lungo termine di questa sindrome. Ad oggi, il numero di casi della sindrome del ciondolamento è sconosciuto, poiché i dati disponibili sono limitati, ma si stima che si aggirino attorno ai 10.000.

Per questo è nata la Nodding Syndrome Alliance, un consorzio che ha proposto e attualmente implementa un progetto volto a rispondere ai bisogni specifici di salute, sicurezza alimentare, istruzione e sostentamento delle persone con epilessia e Nodding Syndrome (NS) nell'Equatoria occidentale, nel Sud Sudan.

Coordinatore dell'Alleanza, di cui fanno parte Amref Health Africa, Medici con l'Africa Cuamm, Light for the world, Ovci e Sem. La NSA è supportata e cofinanziata dall'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) e dalla Fondazione Band (Us), è coordinata da Jacopo Rovarini, rappresentante di Amref Health Africa-Italia.