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NAIROBI. Zimbabwe alla fame, aragoste per Mugabe

Matteo Fraschini Koffi mercoledì 11 febbraio 2009
Morgan Tsvangirai, leader dell’opposizione e che oggi giurerà come primo ministro nel governo di unità nazionale dello Zimbabwe, ha scelto Tendai Biti come ministro delle Finanze. Tale mossa segue l’agognato accordo stipulato l’anno scorso tra il presidente Robert Mugabe e Tsvangirai, secondo cui al primo ministro era infatti concessa la possibilità di scegliere chi avrebbe presieduto l’importante ministero delle finanze. L’economia del Paese, in palese fallimento da tempo, ha bisogno di grossi investimenti da parte dei Paesi donatori e di personalità forti che, dopo più di un decennio, riportino lo Zimbabwe ad essere un «ottimo esempio di riuscita economica» per gli Stati dell’Africa meridionale. «Il ministero delle finanze dovrà creare un’economia stabile per tutti i cittadini, e rendere lo Zimbabwe un forte centro di investimenti» ha detto il primo ministro il cui governo di unità nazionale giurerà venerdì 13 febbraio. Secondo il Times di Londra invece, il nipote di Mugabe, Patrick Zhuwawo, è occupato con i preparativi per la festa di compleanno dello zio che avverrà il 21 febbraio. A 85 anni, e al potere dal 1980, Robert Mugabe non ha nessuna intenzione di cedere. Sembra che agli invitati della festa sia stato proposto di donare una somma tra i 45 e 55mila dollari per il “Movimento del 21 febbraio”, la controparte giovanile del partito Zanu-PF del presidente. Per il menù sono state ordinate 2mila bottiglie di champagne, 8mila aragoste, 100 chili di gamberi, 4mila porzioni di caviale e 8mila scatole di cioccolatini. Il tutto in un Paese in cui la disoccupazione ha raggiunto il 90% e l’inflazione i 231 milioni per cento. Inoltre, secondo le stime ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e del ministero della Sanità di Harare, capitale del Paese, fino al 7 febbraio ci sono stati almeno 3.391 morti per colera. Una situazione «devastante», secondo John Roach, responsabile della divisione Africa della Federazione internazionale della Croce Rossa. Per il quale «il numero dei casi sospetti di colera è vicino ai 70mila ed è probabile che l’epidemia s’impadronisca anche degli Stati limitrofi con la stagione delle piogge».