Egitto. Resta in carcere Zaky, studente dell'università di Bologna. Appello di Amnesty
Patrick George Zaky
Altri 15 giorni di detenzione per Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell'Università di Bologna in carcere in Egitto da inizio febbraio, e prossima udienza prevista per il 16 giugno. È l'esito dell'ultima udienza, che era fissata al primo giugno, appreso oggi dagli attivisti che si battono per la causa del ricercatore. Il rinnovo di custodia, scrivono su Facebook, è avvenuto senza la presenza né di Patrick né dei suoi avvocati.
"L'ultima volta che Patrick si è presentato davanti a un pubblico ministero è stata il 7 marzo - scrivono gli attivisti del gruppo 'Patrick Liberò - il che significa che Patrick è stato in detenzione preventiva senza presentarsi davanti a un pubblico ministero già da quasi tre mesi".
Patrick, 28 anni, frequentava a Bologna il master europeo Gemma ed è un attivista per i diritti umani e civili, in particolare Lgbti. È in carcere da inizio febbraio con accuse che vanno dall'istigazione alla violenza al terrorismo basate su post su Facebook da un account che i suoi legali affermano sia falso. Nelle prime 24 ore del suo arresto avrebbe subito torture e minacce. La famiglia non lo vede dal 9 marzo. Di pochi giorni fa la denuncia di Amnesty International di casi di coronavirus nel complesso carcerario di Tora, dove Zaky è detenuto. Soggetto a rischio perché asmatico, gli attivisti ne chiedono la liberazione immediata anche per motivi di salute.
Ed è di pochi giorni fa l'ultimo appello di Amnesty International, che ha ricordato che il carcere di Tora, il maxi complesso carcerario alle porte del Cairo in Egitto dove si trova Zaky è segnato dalla presenza del coronavirus. Amnesty, che tiene accesi i riflettori sul caso, ha rinnovato l'appello alla liberazione immediata di Patrick, soprattutto considerando che è asmatico e che quindi col Sars-Cov2 è particolarmente a rischio. Dal penitenziario sono stati scarcerati tremila detenuti tra cui ladri e almeno un assassino ma non lo studente.
La mobilitazione per il giovane attivista continua in Italia e in diversi Paesi, anche se concreti passi in avanti finora non se ne sono visti. Una settimana fa l'ultima dimostrazione di affetto della città che lo ha accolto: in piazza Maggiore a Bologna un maxi disegno dell'artista Gianluca Costantini per "Patrick libero" era stato affisso su palazzo dei Notai. Cartellone che però dopo nemmeno una settimana è stato sostituito con un poster a pagamento di una banca. La delegazione Ue ha trasmesso alla Procura egiziana competente, su iniziativa italiana, un documento in cui afferma di continuare a monitorare il caso.