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La crisi libica / 3. Viminale, priorità sicurezza su città e web

Vincenzo R. Spagnolo mercoledì 18 febbraio 2015
«Si conferma la necessità di tenere alta l’attenzione». È la stringata valutazione che trapela in serata dal Viminale a ribadire la doppia linea del governo (massima vigilanza su potenziali obiettivi italiani unita alla prudenza sul piano della diplomazia internazionale e della comunicazione mediatica), concordata ieri mattina a Palazzo Chigi nel vertice ristretto fra il premier Matteo Renzi e i ministri di Difesa, Esteri e Interno, insieme al sottosegretario con delega ai servizi d’intelligence Marco Minniti.Alfano negli UsaSul fronte estero, a suggerire prudenza è l’analisi di alcuni segnali. Non solo i video raccapriccianti dell’Is, ma anche gli "avvertimenti" di organizzazioni come Hamas, che col dirigente Salah Bardawil dichiara come interventi militari in Libia «da parte di alcuni Paesi come l’Italia» sarebbero visti come «una nuova Crociata contro Paesi arabi e musulmani». Oggi e domani il ministro dell’Interno, Angelino Alfano sarà a Washington per partecipare a un summit internazionale sui "combattenti stranieri" e sul contrasto all’estremismo violento, al quale prenderanno parte esponenti di 70 Paesi, compreso il presidente degli Usa, Barack Obama. Ed è presumibile che l’occasione verrà sfruttata per scambi di informazioni fra le varie delegazioni di intelligence.4.800 militari nelle strade In serata Alfano ha riunito il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, insieme al viceministro, Filippo Bubbico, ai vertici delle forze dell’ordine e dei servizi di intelligence e al capo di Stato maggiore della Difesa, Binelli Mantelli. Il comitato ha predisposto il piano di impiego del contingente di 4.800 militari per la vigilanza di obiettivi sensibili. Il loro utilizzo era stato già approvato il 10 febbraio dal Consiglio dei ministri, in un decreto legge con misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale. Il testo del dl non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale: fra le decisioni adottate (oltre a pene severe per i combattenti che si recano all’estero per unirsi alle milizie jihadiste e per i "lupi solitari") è compresa la proroga fino al 30 giugno dell’operazione "Strade sicure", con il rafforzamento del contingente (da 3mila a 4.800 militari, appunto). I soldati andranno a sommarsi a poliziotti, carabinieri e finanzieri impiegati (su cui non vengono date stime). Il numero degli "obiettivi sensibili" da sorvegliare si aggirerebbe sui 13mila: sedi istituzionali e di governo, ministeri, ambasciate e sedi consolari (in primis quelle di Paesi come Usa o Israele); luoghi di culto come San Pietro e lo Stato del Vaticano o le sinagoghe ebraiche di diverse città; eventi e manifestazioni (la più importante è l’imminente Expo milanese, al quale verranno assegnati 600 militari); caserme, basi militari della Nato e degli Usa (dalla Ederle di Vicenza, ad Aviano, a Camp Darby a Livorno); infrastrutture strategiche (centrali elettriche, depositi di materiali radioattivi), aeroporti, porti, stazioni ferroviarie e fermate della metropolitana. E infine monumenti simbolici, come il Colosseo o il Duomo di Milano.Collaborazione coi colossi del webPer arginare la propaganda jihadista, l’Italia e la Ue stanno perfezionando la collaborazione coi gestori web. Ieri Alfano ha incontrato i rappresentanti italiani di social network e gestori come Facebook, Twitter, Microsoft, Google per chiedere sostegno nell’azione di oscuramento di siti estremisti.Il fronte degli sbarchiL’ipotesi di un esodo via mare dalla Libia (dove si contano 500mila stranieri, fra cui 200mila profughi già ammassati sulle coste fra Tripoli e Al Zwara), continua a preoccupare il governo: «Gli scafisti sono moderni schiavisti – osserva il ministro della Difesa, Roberta Pinotti –. Il problema deve essere affrontato a partire dalle coste libiche, ma non c’è dubbio che dobbiamo avere un interlocutore».