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Armi. L'esercito più grande della Ue? Sarà in Polonia

Francesco Palmas domenica 30 ottobre 2022

Soldati in assetto da guerra

Ormai è corsa al riarmo in Polonia, il Paese europeo più traumatizzato dall’invasione russa dell’Ucraina. Con l’anno entrante, Varsavia avrà raddoppiato le spese militari nel breve volgere di 365 giorni. Ventinove miliardi di euro se ne andranno nell’acquisto di un numero impressionante di armi sudcoreane e americane. A fine decennio, il 5% della ricchezza nazionale polacca sarà divorato dai bilanci militari. Spese folli, che proietteranno l’esercito di Varsavia al vertice della potenza convenzionale in Europa. Il baricentro della vis militare sarà sovvertito. Penderà allora verso l’Est europeo.

Che i polacchi comprino sudcoreano non sorprende: da anni l’industria bellica di Seul produce materiali di qualità e li spedisce velocemente. Passano solo poche settimane fra i contratti e le prime consegne. Una tempistica che impressiona e che fa al caso polacco. Varsavia ha fretta. Teme profondamente l’orso russo. Vuole rapidamente più di mille carri armati e non meno semoventi, in tutto simili ai materiali forniti dagli occidentali a Kiev.

La lista della spesa è lunghissima. Comprende pure tank americani, elicotteri d’attacco, cacciabombardieri e lanciarazzi multipli. Gli acquisti in America sono doppiamente funzionali: avvinghiano la Polonia allo scudo protettivo statunitense e sono uno strumento di pressione sul Pentagono. Da tempo la Polonia sta facendo “lobby” sul Congresso per spingerlo a schierare anche nelle sue basi le armi nucleari destinate agli alleati europei.

Che se ne farà la Polonia di tutte queste armi? Non ha molta esperienza militare e forse non saprebbe usarle correttamente. Ma dal 2006 si prepara con enfasi alla guerra su vasta scala. Tiene le più poderose esercitazioni militari del Vecchio continente, ribattezzate «Anakonda». Sta investendo enormemente nell’industria bellica nazionale.

Tutti guardano con ansia al riarmo tedesco, ma forse sarebbe bene volgere lo sguardo proprio verso Varsavia che, dal 2010, stanzia capitoli di spesa straordinari per le armi. Soldi che si sommano ai bilanci ordinari, in ascesa costante. Purtroppo la guerra è un pozzo senza fondo.