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USA. Complotto iraniano, Washington studia nuove sanzioni contro Teheran

mercoledì 12 ottobre 2011
Il dossier sul complotto iraniano che avrebbe dovuto uccidere l'ambasciatore saudita a Washington arriverà sul tavolo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. A volerlo portare lì, hanno riferito fonti diplomatiche occidentali, sono principalmente Stati Uniti e Arabia saudita, in un contesto di relazioni diplomatiche tra l'Iran e il resto del mondo che sembra tornato a venti anni fa, quando la Repubblica islamica programmava omicidi mirati in diverse capitali dell'Occidente.I più determinati a voler punire Teheran sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l'Arabia Saudita, che ha ritenuto "schiaccianti" le prove del coinvolgimento del governo iraniano. L'Iran, ha detto il vicepresidente americano, Joe Biden, nel corso di un'intervista a Abc, "sarà ritenuto responsabile di quest'atto scellerato". Washington è in continua consultazione con Londra sulla preparazione di un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Repubblica islamica. Riferendolo, un portavoce del premier britannico, David Cameron, ha sottolineato: "Sosterremo qualsiasi misura che faccia pagare all'Iran le proprie responsabilità". Il dossier sul complotto, hanno riferito fonti occidentali, arriverà sul tavolo del Consiglio di sicurezza dell'Onu.L'Unione europea ha espresso "grave preoccupazione". "Dovessero essere confermati, i fatti costituirebbero una grossa violazione  della legalità internazionale, con gravi implicazioni globali", ha detto Maja Kocijancic, portavoce dell'Alto responsabile per la politica estera, Catherine Ashton. L'Ue, che segue "molto da vicino" gli sviluppi degli eventi, ha chiesto a Teheran di "cooperare totalmente con la giustizia americana", che gode della "fiducia" dei Ventisette. La Repubblica islamica si difende. Quello americano è "un "gioco infantile e dilettantesco, un volgare falso" per creare tensioni tra Teheran e Riad", ha detto il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani. Sullo stesso tono la dura reazione del portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, che in una dichiarazione diffusa dall'agenzia Irna ha bollato le accuse come "un copione prefabbricato e senza alcun fondamento", "un trucco tipico della vecchia politica ostile degli Stati Uniti e del regime sionista". Il portavoce ha assicurato che Teheran e Riad "mantengono rapporti di mutuo rispetto". "Queste false affermazioni non avranno alcun effetto sull'opinione pubblica della regione" mediorientale, ha aggiunto. Anche l'ambasciatore iraniano all'Onu si è attivato immediatamente, scrivendo una lettera al segretario generale Ban ki-moon e al Consiglio di Sicurezza in cui il regime degli ayatollah condanna "queste asserzioni vergognose" che fanno parte di "un ben congegnato complotto diabolico" ordito da Washington.