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Usa. Battaglia legale sull'aborto: torna lo stop dopo la sesta settimana in Texas

Redazione Internet sabato 9 ottobre 2021

Una donna in una clinica per l'aborto in Texas

La battaglia sull'aborto in Texas si è trasformata in un botta e risposta tra tribunali: una corte d'appello del Quinto Circuito ha temporaneamente sospeso la sentenza pronunciata mercoledì dal giudice distrettuale Robert Pittima che aveva sospeso l'applicazione della nuova legge sull'interruzione di gravidanza (che la proibisce non appena si sente il battito del cuore del feto, cioè intorno alle sei settimane), sostenendo che viola la sentenza Roe v. Wade della Corte Suprema del 1973 che ha legalizzato l'aborto negli Usa.

Contro la decisione di Pitman si è schierato il procuratore generale del Texas, il repubblicano Ken Paxton, che ha fatto appello, vincendolo. "Una fantastica notizia stanotte", ha twittato, promettendo di continuare a "lottare".

La legge entrata in vigore all'inizio di settembre in Texas vieta l'aborto dopo le sei settimane. Chiunque operi o venga aiutato a farlo oltre questo limite può essere denunciato da ogni comune cittadino.

Il tema, con le sue ripercussioni politiche, è diventato terreno di scontro: migliaia di donne sono scese in piazza nelle scorse settimane in tutto il Paese a difesa dell'interruzione di gravidanza. La richiesta è che il Congresso sancisca il diritto all'aborto con una legge federale. Un disegno di legge in tal senso è stato adottato due settimane fa alla Camera, dove i democratici hanno la maggioranza, ma non ha alcuna possibilità di passare al Senato dove invece i repubblicani hanno abbastanza voti per bloccarlo.

Il prossimo appuntamento è per il 1 dicembre quando la Corte Suprema esaminerà un appello contro la legge in Mississipi che vieta quasi completamente l'aborto dopo la 15esima settimana. Se i giudici dovessero ribaltare la sentenza Roe v. Wade, ogni
Stato sarebbe libero di vietare o consentire l'aborto.