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Centrafrica. L'Unicef: i bambini hanno urgente bisogno di aiuto

lunedì 20 gennaio 2014
Nella Repubblica Centrafricana nelle ultime 72 ore  si sono verificate terribili violenze che hanno portato alla morte di molte persone e creato tensioni in tutto il Paese. Tra questi episodi anche l’uccisione di 3 bambini e 19 adulti, che si trovavano su un convoglio che portava civili in fuga dal nord, attaccato vicino Bouar. La Croce Rossa ha aiutato a seppellire 50 persone uccise durante lo scorso weekend attorno a Boyall, Boall e Bossembele. Ieri mattina, 2 uomini sono stati attaccati e storditi fino alla morte dalla folla a Bangui, i loro corpi sono stati bruciati su una strada principale di fronte ai passati, tra cui anche bambini. "Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da violenze incredibili, che hanno arrecato sofferenza e paura ai bambini della Repubblica Centrafricana”, ha detto Anthony Lake Direttore Generale dell’Unicef. “Sono stati uccisi, hanno sofferto attacchi e hanno assistito a cose terribili che nessun bambino dovrebbe vedere, tanto meno sopportare. Troppi sono dovuti fuggire dalle loro case, separati dalle proprie famiglie e arruolati in gruppi armati”. Circa 2,3 milioni di bambini sono stati colpiti dal conflitto nel paese; 500.000 sono stati sfollati a causa delle violenze lo scorso anno, molti si sono rifugiati nelle foreste con accesso scarso o nullo ai servizi di base o di assistenza. Le scuole nel paese sono chiuse, gli ospedali sono stati saccheggiati e i sistemi idrici distrutti. La stagione delle piogge, comincia a marzo e aggraverà  una già precaria condizione umanitaria per centinaia di migliaia di persone che stanno vivendo in campi per sfollati in tutto il paese. Oggi, a Bruxelles l’Unione Europea e le Nazioni Unite sono riuniti in una conferenza ad alto livello dedicata alla risposta umanitaria e ai fondi necessari per la Repubblica Centrafricana. A Ginevra lo UN Human Rights Council sta tenendo una Sessione Speciale dedicata alla Repubblica Centrafricana. L’Unicef chiede che "i bambini siano al centro della risposta umanitaria e che siano focalizzati su di loro la maggior parte degli investimenti".