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Tunisia. Tunisi, bomba fa strage di soldati

Lucia Capuzzi mercoledì 25 novembre 2015
Il Bardo, Sousse e, ora, avenue Mohammed V. Di nuovo, il terrore ha scelto di attaccare un luogo simbolo della “Primavera riuscita”. L’unica delle rivoluzioni nordafricane e arabe, esplose nel biennio 2010-2012, capace di incamminarsi sulla via della democrazia. Il kamikaze si è fatto esplodere nel momento in cui il bus attraversava il cuore della capitale. Sull’asfalto, ora devastato, si affacciano caffè, ristoranti, locali. Al momento dell’attacco, nel pomeriggio, in tanti si trovavano per la strada, nonostante la pioggia. Molti in auto, altri –meno a piedi – a piedi. Era l’ora di punta e il diluvio rendeva ancora più lento il traffico. Lo “spettacolo della violenza”, dunque, ha avuto il suo vasto pubblico. Come, con tutta probabilità, i terroristi avevano pianificato. Finora, l’attacco non è stato rivendicato. Il governo tunisino, però, parla esplicitamente di attacco, come ha ripetuto il portavoce del ministero dell’Interno, Moez Sinaoui. L’obiettivo dell’agguato era il bus per il trasporto delle guardie presidenziali. L’ipotesi principale è che l’attentatore suicida sia riuscito a intrufolarsi a bordo del mezzo – non si sa con quale scusa – e abbia viaggiato insieme ai militari. Poi, mentre il convoglio attraversava avenue Mohammed V, appena oltrepassato l’ex quartier generale del Raggruppamento costituzionale democratico, il partito del deposto Ben Ali, c’è stato lo scoppio. Altre ricostruzioni parlano di un ordigno nascosto sul bus e azionato a distanza. Le indagini sono ancora in corso, al momento l’unico dato certo è che la deflagrazione è avvenuta dall’interno, secondo vari testimoni, dal lato del guidatore e ha letteralmente ridotto in pezzi la vettura. Producendo una carneficina. Almeno 12 guardie sono morte nell’esplosione, altre 17 sono rimaste ferite, alcune in modo grave. Il bilancio delle vittime, dunque, potrebbe salire ancora. La Tunisia è sotto choc per l’ennesimo colpo. Avvenuto, tra l’altro, proprio nel momento in cui il Paese celebra la 26esima edizione delle Giornate cinematografiche di Cartagine, evento molto seguito anche dagli stranieri. In questi giorni, nella capitale ci sono numerosi turisti che sono stati trasferiti tutti nel blindatissimo hotel Africa. Il premier, Habib Essib, e il ministro dell’Interno, Najem Gharsalli si sono recati sul luogo dell’attacco, finora non rivendicato. Il governo, però, ha parlato di «attentato terroristico e ha prontamente dichiarato lo stato di emergenza. Mentre il presidente, Beji Caid Essebsi ha annullato la visita in Svizzera, in programma oggi e domani. Nel centro di Tunisi – chiuso ai cittadini – circolavano solo le pattuglie della polizia. Di nuovo, sembrava di essere tornati al clima teso post 18 marzo, quando 21 turisti e un poliziotto furono massacrati da un commando del Daesh nel museo del Bardo. O all’angoscia di giugno, quando gli attentatori arrivarono sulla spiaggia di Sousse e uccisero 38 stranieri. Il presidente francese, François Hollande, ha espresso solidarietà alla Tunisia ferita. «A Tunisi come a Parigi è la stessa lotta per la democrazia contro l’oscurantismo», ha detto il capo dello Stato. E ha concluso: «La Francia è più che mai al fianco della Tunisia, delle autorità e delle forze di sicurezza, in questi momenti dolorosi».