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Usa. Trump ammette: anche la Russia dietro gli hacker

Paolo M. Alfieri mercoledì 11 gennaio 2017

"Sono tutte notizie false, è roba fasulla, non è mai successo" quello che raccontano. Così il presidente eletto Usa, Donald Trump, si è pronunciato sul dossier diffuso da Cnn e da BuzzFeed secondo cui i russi avrebbero informazioni compromettenti sullo stesso Trump. Ieri sera due funzionari Usa, uno dei quali definiva comunque le accuse "non confermate", avevano spiegato che le informazioni erano contenute in un memo di due pagine allegato a un report sull'interferenza della Russia sulle elezioni presidenziali Usa, che è stato presentato la scorsa settimana a Trump e al presidente Usa Barack Obama.


Nella conferenza stampa di oggi, la prima da presidente eletto, Trump ha da una parte negato la veridicità di queste informazioni (basate su sesso e affari) in base alle quali gli 007 russi avrebbero potuto ricattarlo, e dall'altra ha ventilato l'ipotesi che a fare filtrare l'esistenza del dossier possano essere state le agenzie di intelligence Usa: "Penso che sia una sciagura che le informazioni siano state fatte uscire", ha affermato. Poi ha aggiunto che Vladimir Putin "non avrebbe dovuto" hackerare gli Usa e "credo che non lo farà più". "Credo che dietro l'hackeraggio delle elezioni vi sia la Russia - ha finalmente ammesso il tycoon -, ma anche altri Paesi, altra gente".

Molti gli altri temi trattati nel corso della conferenza stampa organizzata alla Trump Tower. Per evitare il rischio di possibili conflitti di interesse, Trump ha annunciato che sposterà i suoi asset in un fondo, che sarà gestito dai suoi due figli più grandi. Inoltre, il tycoon abbandonerà la gestione della Trump Organization.


L'Obamacare, ha aggiunto Trump, è "un problema dei democratici. Non appena il nostro ministro della Salute sarà confermato, presenteremo un piano per cancellare e sostituire l'Obamacare", la riforma sanitaria voluta da Barack Obama. Trump ha confermato l'intenzione di costruire il muro al confine con il Messico, per frenare l'ingresso in Usa di immigrati irregolari. "Costruiremo il muro, non voglio aspettare - ha detto -. E il Messico in qualche misura ci rimborserà. Questo accadrà in qualche modo, sotto forma di tasse o di pagamento, ma accadrà”.

Inoltre, "non succederà più" che le aziende possano spostare le loro fabbriche in Messico e poi vendere i loro prodotti negli Usa. Trump ha annunciato "dazi salati" per queste aziende. "Sarò il più grande creatore di posti di lavoro che Dio abbia mai messo sulla terra", ha promesso il presidente eletto, ricordando di aver incontrato in questo periodo tanti importanti industriali che "se non avessi vinto le elezioni, sarebbero andati a investire altrove".

Trump ha poi sottolineato che la scelta per il nuovo giudice della Corte Suprema avverrà entro due settimane dall'inaugurazione del 20 gennaio. Al momento, il presidente eletto ha una lista di 20 persone, tra cui scegliere il sostituto di Antonin Scalia, morto a febbraio.