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Usa. Trump, al via il processo sull'impeachment al Senato. Scontro sui testimoni

Redazione Esteri martedì 21 gennaio 2020

Impeachment. Trump deve ora fronteggiare l'offensiva dei democratici

Ci siamo. Dopo mesi di battaglia, accuse e controaccuse, inizia formalmente il processo sull'impeachment del presidente Donald Trump. Che è tornato a tuonare, mentre sbarcava a Davos, contro l’azione definendola “una sfacciata vendetta politica”.

Cos succede adesso? La risoluzione presentata dal leader di maggioranza in Senato, il repubblicano Mitch McConnell, prevede di dare ai "manager" democratici dell'accusa e al team difensivo del tycoon 24 ore a testa in due giorni per presentare i loro argomenti di apertura, a partire da domani alle 13. Seguiranno 16 ore di domande da parte dei senatori. La risoluzione, che verrà votata oggi, rinvia la discussione sulla possibilità di mozione per altri testimoni o per ammettere nuove prove e documenti.

Nel processo d'impeachment contro Bill Clinton nel 1999, le 24 ore a testa per accusa e difesa vennero distribuite su quattro giorni anziché due. La mossa di McConnell sembra segnalare l'intenzione di procedere in modo spedito, come chiesto da Trump, possibilmente chiudendo il processo prima del 4 febbraio, data del discorso annuale del presidente sullo Stato dell'Unione. Per rimuovere l'inquilino della Casa Bianca dal suo incarico servirebbero 67 voti su 100 in Senato, dove i repubblicani controllano 53 seggi: un risultato virtualmente impossibile.

"Un affronto alla Costituzione e alle nostre istituzioni. Gli stessi articoli e il processo corrotto che li ha generati non sono che un'azione politica spudorata dei democratici che va respinta". Così gli avvocati del presidente, guidati dal legale della Casa Bianca Pat Cipollone e dall'avvocato personale del tycoon Jay Sekulow, nella lettera di 110 pagine (più 61 di documentazione allegata) depositata ieri e nella quale si anticipano le argomentazioni contro l'impeachment.

Gli avvocati del presidente accusano i dem di aver "fabbricato" le accuse, ovvero abuso di potere e ostruzione delle indagini del Congresso, per ribaltare il risultato elettorale del 2016 ed interferire nelle presidenziali del 2020: "Tutto questo è una aberrazione della Costituzione che il Senato deve rapidamente e sonoramente condannare". La Casa Bianca, nel comunicare i deputati inseriti nel team di difesa di Trump, si è dichiarata fiduciosa che questi "contribuiranno a concludere speditamente questa sfacciata vendetta politica per contro del popolo americano".

I democratici del Congresso invece mettono sotto pressione l'altro ramo del Parlamento. Se il Senato non permetterà ai testimoni di presentarsi in aula, l'aula "sarà colpevole di aver aiutato il presidente a nascondere la verità". È l'accusa lanciata da uno dei sette rappresentanti dell'accusa, votati dalla Camera, il democratico Adam Schiff, in vista del processo a Donald Trump che si aprirà, appunto, al Senato.

Infatti, la risoluzione presentata dal leader di maggioranza in Senato, il repubblicano Mitch McConnell, secondo i democratici, potrebbe portare a un processo rapido, senza testimoni, in cui basterà la maggioranza semplice di 51 voti su 100 per dichiarare chiuso il procedimento. E i repubblicani possono contare su 53 voti contro 47 della minoranza.

"Le regole fissate da McConnell - ha commentato il leader della minoranza al Senato, Chuck Schumer - sembrano decise dal presidente Trump a favore del presidente Trump".