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Legge. La Chiesa francese: «L'aborto un diritto costituzionale? No, attacco alla vita»

Daniele Zappalà, Parigi giovedì 29 febbraio 2024

la discussione al Senato francese prima del voto finale

Continua in Francia la controversia attorno alla volontà del governo e di un’ampia maggioranza parlamentare trasversale d’introdurre la «libertà garantita» d’abortire nella Costituzione. Un’opzione che pare ormai destinata ad essere approvata lunedì prossimo in occasione di un voto speciale delle camere riunite.

Nelle ultime ore, con un comunicato ufficiale, ha reagito anche la Conferenza dei vescovi francesi, esprimendo «tristezza» in particolare per la piega presa da un dibattito parlamentare che non ha dato spazio neppure al «tema delle leggi a sostegno di chi vorrebbe tenere il proprio bambino».

I vescovi ribadiscono che l’aborto «resta un’offesa alla vita al suo inizio, e non può essere visto soltanto nella prospettiva del diritto delle donne».

La Conferenza dichiara inoltre di restare attenta a un punto sollevato nelle scorse settimane anche da non pochi oppositori alla costituzionalizzazione: la salvaguardia della «libertà di coscienza dei medici e di tutto il personale sanitario». In effetti, secondo certi giuristi, l’iscrizione di una «libertà garantita» di abortire nella Carta fondamentale potrebbe teoricamente interferire con l’esercizio dell’obiezione di coscienza, anche se questo punto resta dibattuto fra gli studiosi.

Da settimane, non pochi osservatori hanno interpretato la costituzionalizzazione chiesta dal presidente Emmanuel Macron come una mossa nella scia di un approccio prettamente ideologico e schematico a una questione che appare invece sul campo, agli operatori, come eminentemente legata alle convinzioni profonde e alla sensibilità soggettiva di ciascuno.