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BANGLADESH. La «tratta» dei minori a convertirsi all'Islam

sabato 8 settembre 2012
​Sottratti alle famiglie con l’inganno. Rapiti. E costretti a convertirsi all’islam. L’ennesima storia di libertà violate (e minoranze religiose calpestate nel diritto alla fede) arriva dal Bangladesh: le vittime sono bambini tribali cristiani di etnia Tripura. A raccontarla l’agenzia “Asianews”. Secondo fonti cattoliche locali, sarebbero quasi 300 i piccoli rinchiusi in varie “madrasse” (scuole islamiche). La dinamica è semplice: sfruttando la grande povertà di queste comunità, intermediari della stessa etnia prelevano i giovani dalle loro case, con la scusa di portarli in una «missione di studio», obbligando i genitori a pagare tra le 6mila e le 15mila takha (57-145 euro circa) per la retta di fantomatici ostelli. In realtà, gli intermediari si intascano i soldi e consegnano i bambini a scuole islamiche, sparse per tutto il Paese. L’ultimo caso simile riguarda 11 bambini – 10 maschi e una femmina – originari dei villaggi di Thanchi, Ruma e Lama (Chittagong Hill Tracts). La loro però è una storia a lieto fine: dopo sei mesi, nei quali non sono mancate minacce e violenze, i piccoli sono riusciti a fuggire, grazie all’aiuto di Hotline, organizzazione per i diritti civili e la difesa delle minoranze con sede a Dacca, il cui direttore esecutivo è una cattolica, Rosaline Costa. I Tripura, racconta “AsiaNews”, sono una della tante etnie tribali del Bangladesh. Per lo più cristiani – cattolici o protestanti – si trovano in particolare nella Chittagong Hill Tracts, zona collinare a sudest del Bangladesh. Da tempo nell’area è in corso una campagna contro le conversioni al cristianesimo, portata avanti dai musulmani più radicali, che accusano i missionari di fare proselitismo e conversioni forzate, per creare una regione a maggioranza cristiana da annettere all’India. L’odissea è iniziata tra gennaio e febbraio scorsi. I primi otto bambini sono stati portati nella madrassa Darul Huda Islami, nel villaggio di Mia Para (Gazipur). La bambina è stata rinchiusa in una scuola islamica di Muhammadpur, vicino Dacca. Gli ultimi due maschi si trovavano nella Darul Huda Islami di Maddha Badda (Gulshan, Dhaka).