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Dopo l'eruzione. Tonga, la Chiesa cattolica si mobilita per aiutare gli sfollati

Silvia Guzzetti giovedì 27 gennaio 2022

L'isola di Nomuka, nell'arcipelago di Tonga, devastato, il 15 gennaio scorso, dall'eruzione di un vulcano sottomarino e da uno tsunami

Una lettera a tutte le parrocchie, con la richiesta di donazioni di prodotti alimentari e di altro materiale, da destinare agli abitanti delle isole Hàapai, l'arcipelago del Pacifico meridionale devastato dall' eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Hàapai il 15 gennaio scorso, dallo tsunami che ha fatto seguito all'esplosione e colpito oggi da un sisma di magnitudo 6,2 gradi.

Il messaggio è stato firmato dal cardinale Soane Patita Paini Mafi, vescovo di Tonga, ed è soltanto una delle tante iniziative con le quali la Chiesa cattolica si sta mobilitando per aiutare gli sfollati, rimasti senza casa, che sono stati evacuati dalle isole Mango, Atata e Tongatapu e si trovano accolti in alloggi temporanei a Sopu, nell'area di Nukùalofa.

Sempre la Chiesa ha anche avviato uno speciale "Team Diocesano per i Disastri", composto da almeno un rappresentante per ogni zona o vicariato, che si incontreranno regolarmente per monitorare le situazione e le necessità nelle varie isole e ha segnalato "una chiara necessità di sostegno psicosociale per questi gruppi". Mentre si attende che il governo si occupi di organizzare anche un sostegno di questo tipo, operatori e volontari della Caritas Tonga sono attenti agli aspetti dei traumi psicologici che si accompagnano ai disastri e alle emergenze di tal genere, e sono intenzionati a monitorare la situazione e intervenire anche in questo settore.

A lanciare l'allarme sulle difficili condizioni degli abitanti è stata anche Caritas Tonga che ha fatto sapere alla rete delle Caritas dell'Oceania e dell'Asia Pacifico che "le isole sono ricoperte di cenere e l'elettricità non è stabile né esiste ancora un servizio telefonico o collegamento Internet per le isole più lontane. Tra i problemi principali vi è la carenza idrica: le persone bevono l'acqua in bottiglia dai negozi, ma non ce n'è abbastanza per durare a lungo e soddisfare i bisogni di tutti".

Il disastro del 15 gennaio scorso ha colpito l'84% delle circa 105 mila persone che abitano nel regno di Tonga, rendendo problematiche le forniture di cibo e di acqua alla popolazione. Il sisma di oggi è stato registrato al largo delle coste di Tonga e l'epicentro è stato registrato a 250 Km circa dall'isola di Nukùalofa, l'ipocentro ad una profondità di 14 chilometri. Non si
hanno notizie di danni nell'arcipelago, dove le comunicazioni restano difficili a causa delle interruzioni causati dall'eruzione del vulcano.

La diocesi di Tonga, che abbraccia l'intero regno di Tonga e lo stato insulare di Niue, ha una popolazione di circa 15 mila cattolici (su 105 mila abitanti) con 43 preti, due fratelli e 34 suore, divisi in 15 parrocchie.

Nella classifica del World Risk Index del 2020 l'arcipelago di Tonga (173 tra isole e isolotti), è il secondo paese al mondo più esposto al rischio dei disastri causati dal cambiamento climatico, dopo Vanuatu, altro arcipelago dell'Oceano Pacifico.
Nel novembre scorso il cardinale Mafi, vescovo di Tonga e Niue, che è anche presidente di Caritas Oceania, ha lanciato un allarme alla Cop 26, la Conferenza Onu sul clima di Glasgow, segnalando la frequenza di tempeste, cicloni, inondazioni e erosioni costiere, e notando che "la sua terra non è più sicura per le generazioni future".