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Stati Uniti. Texas, polizia accusata per morte afroamericana

Silvia Guzzetti mercoledì 22 luglio 2015
Rischia di riaprire le polemiche sulla brutalità della polizia americana nei confronti degli afroamericani il caso di Sandra Bland, la ragazza di 28 anni arrestata per aver superato senza mettere la freccia, e trovata impiccata con un sacchetto della spazzatura nella cella dove era stata rinchiusa il 13 luglio scorso. E’ proprio un video della polizia, diffuso martedì per le pressioni della famiglia, che non crede al suicidio e dei politici locali, a mostrare la violenza del poliziotto Brian Encinia che sbatte a terra la donna e la ammanetta dopo averle chiesto, con insistenza, di spegnere una sigaretta. Nel video il poliziotto, un Ranger della contea di Waller, forse la regione più razzista degli Stati Uniti, minaccerebbe la donna con un taser (la pistola che dà la scossa) dicendole "Adesso ti incendio".
L'agente, che pretende che la donna spenga la sua sigaretta e la trascina fuori dall'auto, rimane coinvolto in un alterco nel quale gli insulti aumentano di violenza al passare del tempo. La famiglia Bland non crede al suicidio perché la donna era arrivata in Texas per iniziare un nuovo lavoro del quale era molto felice. Il procuratore distrettuale della contea di Waller, Elton Mathis, ha ora aperto un'inchiesta per omicidio mentre il poliziotto, Brian Encinia, è stato per il momento sospeso. La contea di Waller, dove Sandra Bland è stata trovata morta, è nota per una lunga storia di tensioni razziali, che, secondo la stampa americana, durano “dalla culla alla tomba” dal momento che anche nei cimiteri i bianchi vengono sepolti con i bianchi e i neri con i neri.