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Francia. Cortei in tutta la Francia: no al terrore A Parigi allerta massima, falsi allarmi

sabato 10 gennaio 2015
La Francia si risveglia stamani da un incubo durato tre giorni. Il duplice blitz di venerdì sera ha posto fine alla giornata più lunga per la nazione, ma ancora l'operazione non è conclusa. La complice di Amedy Coulibaly, Hayat Boumedienne, 27 anni, che avrebbe partecipato giovedì all'assassino di una vigilessa e poi al sequestro di ostaggi nel supermarket ebraico di Port de Vincennes, è ancora in fuga. Cortei in tutta la Francia. Sono almeno 200mila, secondo le stime della polizia, i francesi che hanno partecipato oggi a manifestazioni in tutto il paese per esprimere dolore e sdegno per gli attentati a Parigi, con una mobilitazione che è senza precedenti in numerose città della provincia e che testimonia di un sentimento diffuso e condiviso. A Tolosa sono stati in 80mila a dirigersi lungo l'avenue Jean Jaures verso il monumento dei caduti della Resistenza. A Pau sono stati in 35mila a marciare dietro lo striscione "Nous sommes tous Charlie" portato dai ragazzi dei licei, mentre a Nantes erano più di 30mila, a Nizza in 23mila, a Orleans in 22mila e a Besancon in 20mila. E domani, domenica, un milione di persone sono attese a Parigi per la grande marcia repubblicana. Massima allerta terrorismo. Anche per questo motivo il governo ha deciso di confermare ancora per il fine settimana il massimo livello di allerta antiterrorismo del piano Vigipirate in tutta la regione di Parigi, l'Ile-de-France. Domenica è prevista la grande marcia antiterrorismo al quale parteciperanno numerosi capi di governo europei, tra cui Merkel, Cameron e Renzi, oltre naturalmente al presidente francese Hollande. Il piano di sicurezza Vigipirate, peraltro, "è confermato nelle prossime settimane", "manteniamo tutte le misure adottate dal primo ministro e stiamo lavorando per proteggere diversi luoghi", come quelli "di culto", ha confermato il ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve, al termine della riunione all'Eliseo sulla sicurezza. Paura e falsi allarmi. Nel clima di paura che si è creato, sono molte le telefonate che arrivano alla gendarmeria per segnalare sospetti e presunte sparatorie. In particolare si è temuto per le sinagoghe. Un allarme è scattato per alcuni colpi di arma da fuoco sparati in prossimità della sinagoga a Jaurès, nella capitale. Poi però si è scoperto che si era trattato solo di alcuni petardi esplosi in zona. Comunque altri cinquecento soldati sono stati dispiegati per garantire la sicurezza nell'area di Parigi. Lo ha annunciato il ministero dell'Interno. Scherzi stupidi. Un falso allarme anche a Disneyland Paris. A causarlo uno scherzo di una giovane ospite di uno degli hotel, che dalla finestra ha urlato di essere Hayat Boumeddiene, la compagna ancora ricercata del killer di Montrouge Amedy Coulibaly, minacciando di far esplodere l'edificio. La ragazza è stata rapidamente fermata dalla polizia. Comparirà lunedì davanti al tribunale di Meaux, da cui la procura ha fatto sapere che applicherà massima severità al suo caso e a tutti i possibili casi analoghi che dovessero verificarsi in futuro. La condanna di Hamas. A 72 ore dal massacro islamista di Parigi, Hamas ha condannato l'attacco. In una dichiarazione in francese si legge che Hamas "condanna l'attacco contro la rivista Charlie Hebdo e sottolinea che le divergenze di opinioni non possono giustificare l'assassinio". Il movimento di resistenza islamico, che controlla la Striscia di Gaza da giugno 2007, ha anche respinto i commenti del premier israeliano Benjamin Netanyahu che ha paragonato la strage di Parigi al lancio di razzi contro Israele: Hamas lo definisce "un tentativo disperato... di collegare il nostro movimento e la resistenza del nostro popolo al terrorismo globale". I due blitz di venerdì pomeriggio. I blitz sono scattati in contemporanea, pochi minuti prima delle 17. Le forze speciali hanno assaltato la stamperia di Dammartin e ucciso i due fratelli Cherif e Said Kouachi, 32 e 34 anni, ritenuti gli autori della strage di Charlie Hebdo di mercoledì. Nel capannone c'era un dipendente della stamperia, ma i due criminali non lo sapevano perché il 27enne si era nascosto in una stanza, sotto a un cartone. Cherif Kouachi, in una conversazione telefonica con un giornalista della rete televisiva Bfmt mentre era asserragliato dentro il capannone, ha detto di essere stato finanziato dallo sceicco Anwar al-Awlaki, uno dei leader di al-Qaeda in Yemen, ucciso da un drone americano nel settembre 2011. L'uomo ha detto di non volere uccidere donne e bambini, ma di essere "il difensore del Profeta".Nello stesso momento in un sobborgo di Parigi, a Porte de Vincennes, si sono udite cinque forti esplosioni, preludio dell'assalto delle forze speciali, che hanno liberato i circa 16 ostaggi che dalla mattina erano chiusi in un supermercato ebraico. L'uomo che li teneva prigionieri era Amedy Coubaly, 32 anni, di orgine africana, ritenuto colpevole dell'uccisione, giovedì, di una vigilessa a Montrouge insieme alla sua compagna, la convertita Hayat Boumedienne, 26 anni. Il killer è stato ucciso, ma purtroppo si ha conferma di 4 ostaggi morti, uccisi dall'uomo nel momento della presa di ostaggi, e di altri 4 feriti gravemente. Anche alcuni agenti sarebbero feriti. La donna, "armata e pericolosa" è fuggita ed è in corso una vasta operazione per rintracciarla.
La rivendicazione Il ramo yemenita-suadita di al Qaida (Aqap) ha rivendicato la strage di Charlie Hebdo ed è tornata a minacciare la Francia: basta attacchi all'islam, o ci saranno nuovi attentati. Un esponente di al Qaida in Yemen ha rivendicato l'attacco contro Charlie Hebdo, con l'obiettivo di "vendicare l'onore" di Maometto. Al Cairo, l'uomo ha fornito alla Associated Press una dichiarazione in inglese, in cui si afferma che "la leadership di Aqap ha diretto le operazioni scegliendo con cura l'obiettivo". Secondo la fonte, gli attacchi in Francia sono in linea con gli avvertimenti all'Occidente formulati da Osama bin Laden su "le conseguenze della persistenza della blasfemia contro le santità musulmane". Poi, sono arrivate nuove minacce: la Francia "smetta di attaccare l'islam, i suoi simboli e i musulmani o ci saranno nuove operazioni" terroristiche, ha avvertito uno dei responsabili dell'Aqap Harith bin Ghazi al-Nadhari, in un video postato su Youtube. Il video, poi rimosso, di 5 minuti e 37 secondi, è stato pubblicato poco dopo la morte dei tre terroristi in Francia ed è intitolato "The Faces succeeded".L'Algeria avvertì Parigi I servizi segreti algerini avevano avvertito la Francia lo scorso 6 gennaio di un imminente attacco terroristico. Lo riporta l'emittente francese iTELE nell'ambito della copertura degli attacchi che si stanno susseguendo a Parigi. Questa rivelazione alimenta le polemiche circa l'efficienza dei servizi segreti francesi.Azione coordinata? Sembra che il killer conoscesse i fratelli Kouachi, gli assalitori di Charlie Hebdo. Il sequestratore aveva minacciato di uccidere tutti gli ostaggi se le forze dell'ordine avessero lanciato l'assalto alla stamperia di Dammartin. Per questo le forze speciali hanno dovuto compiere i due blitz in contemporanea. Alle 15 Colibaty ha telefonato alla redazione di BfmTv e ha detto che nel supermercato c'erano 4 morti. Poi ha confermato di essere coordinato con il commando di Charlie Hebdo e ha dichiarato di appartenere alle milizie dello Stato Islamico e di aver assaltato il negozio kosher "perché volevo colpire gli ebrei". Il sequestratore uscito da poco dal carcere. Amedy Coulibaly era uscito di prigione da due mesi. Era stato arrestato e condannato nel 2010, come componente di un gruppo che aveva elaborato un piano per tentare di far evadere Smait Ali Belkacem, l'autore dell'attentato del 1995 alla stazione Rer di Saint-Michel a Parigi. Nella stessa inchiesta, riferiscono i media francesi, era stato interrogato anche Cherif Kouachi, uno dei due assalitori di Charlie Hebdo, che era però stato scagionato.

I killer di Charlie Hebdo sotto assedio. L'altro fronte che ha impegnato la polizia francese è quello relativo al massacro di mercoledì a Charlie Hebdo. Dopo la notte passata a rastrellare la foresta della Piccardia stamattina la svolta nelle operazioni: i due fratelli erano stati individuati nei pressi della nationale 2, a Seine et Marne, a nord-est di Parigi. Sparatoria e un ostaggio. Erano nascosti in una zona boscosa e si sono visti circondati dalle forze dell'ordine in località Dammartin-en-Goele, 45 chilometri a est di Parigi. I due dopo aver tentato la fuga si sono asserragliati all'interno di una tipografia con un ostaggio, un giovane di 26 anni dipendente dell'azienda di lavori pubblici di Dammartin-en-Goele.  Scuole evacuate e aerei dirottati. La zona è stata messa in sicurezza in previsione del blitz di metà pomeriggio: gli alunni delle scuole limitrofe sono stati gradualmente portati via a bordo di autobus. Durante una conversazione telefonica con le forze dell'ordine, i due assalitori di Charlie Hebdo hanno detto di voler "morire da martiri". Gli aerei in atterraggio hanno ricevuto indicazioni di aggiustare la rotta per evitare di passare sopra alla zona.
La mappa

Hollande al ministero dell'Interno per fare il punto della situazione. Il presidente francese, Francois Hollande, questa mattina si è recato a piedi al ministero dell'Interno di Parigi per "fare il punto della situazione". "Dalla Francia - ha detto - una risposta unita a violenza".

"Dobbiamo riunirci attorno ai valori di libertà e di tolleranza, perché sono questi valori che hanno tentato di uccidere", ha dichiarato da parte sua il premier francese Manuel Valls, arrivato alla sede di Liberation dove si sono ritrovati per lavorare al prossimo numero i redattori superstiti di Charlie Hebdo. "È il momento della compassione e della solidarietà", ha aggiunto, ribadendo la sua vicinanza ai superstiti e alle famiglie delle vittime.

Alla Cnn, nella serata di giovedì, il ministro della Giustizia Christiane Taubira ha ammesso che uno dei due fratelli ricercati era noto all'intelligence fin dal 2005 per aver partecipato alla jihad dapprima in Yemen e quindi in Iraq (nel 2008), tanto da essere arrestato e condannato al rientro. Dagli Usa rimbalza la notizia che entrambi fossero da tempo nella lista delle persone bandite dai voli civili.