Mondo

Regno Unito. Boris Johnson taglia gli aiuti ai Paesi più poveri

Silvia Guzzetti mercoledì 14 luglio 2021

Il premier britannico Boris Johnson ha ridotto di quasi 5 miliardi di euro gli aiuti ai Paesi più poveri

Secondo la Ong britannica “Global Justice Now” ogni deputato di Westminster che ha votato a favore dei tagli ai Paesi più poveri "ha le mani sporche di sangue" perché quella riduzione negli aiuti al Sud del mondo dallo 0,7 allo 0,5 del Pil costerà la vita a centinaia di migliaia di persone e condannerà milioni alla malnutrizione, togliendo loro accesso ad acqua corrente e istruzione.

Ad opporsi alla decisione del premier Boris Johnson, che ha deciso di destinare i 4 miliardi di sterline, quasi 5 miliardi di euro, risparmiati sulla pelle dei più poveri tra i poveri, al budget della Difesa sono stati i vescovi cattolici e quelli anglicani, oltre 180 Ong e tutti gli ex premier britannici viventi, Theresa May, David Cameron, Gordon Brown, Tony Blair e John Major.

Un sacerdote gesuita, Denis Blackledge, ha fatto uno sciopero della fame per protesta. Il primo ministro ha tradito, così, un impegno preso nel manifesto elettorale e indebolito l’immagine internazionale della Gran Bretagna che pensava di rafforzare con la Brexit.

"In questo modo ci impoveriamo tutti", ha dichiarato il Primate cattolico Vincent Nichols. "Si tratta di una scelta moralmente sbagliata e politicamente ingiusta che porta il marchio di una piccola Inghilterra e non di una Grande Bretagna", ha detto l’ex premier John Major.

Boris Johnson ha dovuto affrontare una rivolta all’interno del suo partito per far approvare i tagli contro i quali hanno votato laburisti, liberaldemocratici e nazionalisti scozzesi dello "Scottish National Party”, oltre a 25 deputati conservatori ribelli.