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Scontri. Sud Sudan, appello Onu per il cessate il fuoco

mercoledì 18 dicembre 2013
Dal Consiglio di sicurezza dell'Onu arriva un forte appello, con l'accordo di tutti e 15 membri, al cessate il fuoco nel Sud Sudan. Ma appare molto difficile che le parti in lotta riescano a sedersi a breve intorno a un tavolo per trattare. Intanto la Gran Bretagna annuncia il ritiro temporaneo del personale diplomatico e il governo italiano ha iniziato a evacuare i nostri cittadini dallo stato africano, dove sono presenti soprattutto operatori umanitari. Quasi 500 morti e oltre 800 feriti è il bilancio del massacro di Juba, capitale del Sud Sudan, legato dei durissimi scontri tra diverse fazioni militari che hanno costretto 15mila persone a rifugiarsi nelle basi delle Nazioni Unite. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon aveva lanciato l'allarme l'altro giorno, dicendosi "profondamente preoccupato" per il rischio che gli scontri si trasformassero in un bagno di sangue. E il bagno di sangue c'è stato. A spararsi addosso, con armi pesanti e leggere, fazioni militari rivali della guardia repubblicana. Ora le strade polverose di Juba sono deserte, la gente non esce da case e capanne e si vede solo qualche veicolo di pattuglia mentre la rappresentante delle Nazioni Unite nel Paese, Hilde Johnson, ha lanciato un appello a tutti i cittadini e alle forze in campo a evitare le violenze basate sull'appartenenza etnica. Dietro i disordini ci sarebbe un tentativo di golpe sventato dal presidente Salva Kiir, secondo il quale il tentativo di putsch sarebbe da attribuire all'ex vicepresidente Riek Machar, licenziato a luglio. Ma è l'allarme degli Stati Uniti a dare il segno della gravità della situazione. Washington ha deciso di sospendere tutte le normali attività dell'ambasciata in Sud Sudan e di evacuare il personale americano non essenziale. Il Dipartimento di Stato ha chiesto anche agli altri cittadini statunitensi di lasciare il Paese al più presto. La Farnesina, con un avviso sul sito viaggiaresicuri.it, sconsiglia "vivamente" di recarsi nel Paese. Agli italiani che intendano viaggiare o restare "sotto la propria responsabilità" in Sud Sudan si "raccomanda la massima prudenza e di rimanere in stretto contatto con l'Ambasciata d'Italia in Addis Abeba, evitando in ogni caso gli spostamenti via terra al di fuori delle aree urbane".