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PARLAMENTO EUROPEO. Nasce un caso anche a Strasburgo

Giovanni Grasso martedì 13 settembre 2011
Non si annunciano rose e fiori per la visita del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alle istituzioni europee. Perché un’eco delle polemiche italiane sulla “fuga” dai giudici di Napoli è risuonata anche nel Parlamento europeo. Mentre l’ufficio stampa del presidente della Commissione José Manuel Barroso, a scanso di equivoci, si è affrettato a precisare che l’incontro, che «fa parte dei regolari contatti» con i capi di governo europei, «è stato chiesto la scorsa settimana dal governo italiano e fissato per martedì [oggi per chi legge, ndr] in funzione delle agende dei due leader. È sempre molto difficile – ha aggiunto l’ufficio stampa –  trovare l’orario e la data giusta per questi appuntamenti a causa delle rispettive agende molto piene». Stessa musica dai collaboratori del presidente stabile del Consiglio europeo, Herman van Rompuy, che hanno fatto sapere che l’incontro è stato chiesto dall’Italia «tre o quattro giorni fa e che è stato inserito in agenda all’ultimo minuto». Le precisazioni dei due massimi vertici europei, a cui si sono unite quelle del presidente del Parlamento di Strasburgo, Jerzy Buzek, che ha tenuto a far sapere che vedrà Berlusconi al massimo «per un paio di minuti», si spiegano anche alla luce delle polemiche sulla visita del capo del governo italiano che si sono registrate ieri nell’emiciclo. Dove il capogruppo dei liberaldemocratici, l’ex premier belga Guy Verhofstadt ha chiesto esplicitamente conto al presidente Buzek della visita del premier italiano: «Non pensa che sia necessario chiedergli che parli con la Commissione Economica e Finanziaria, come ha fatto il premier greco Papandreou, che è venuto a illustrare la sua azione di risanamento?». Buzek ha replicato subito: «Da quanto ne so, il presidente Berlusconi non è in visita ufficiale al Parlamento europeo. Domani accoglieremo il presidente della Repubblica polacca». Ma la querelle non si è arrestata. La vicecapogruppo dei verdi europei, la tedesca Rebecca Harms ha attaccato a fondo: «Mi chiedo se le istituzioni europee rendano un servizio nell’incontrare Berlusconi proprio nel giorno in cui doveva comparire davanti a un tribunale italiano. E se questa decisione, che non è opportuna, contribuisca a far prendere sul serio in Italia le istituzioni europee». Il capo delegazione del Pdl in Europa Mario Mauro è insorto: «Il governo italiano fa bene a rendere conto di quanto sta facendo. Noto un tono intimidatorio nelle parole della collega Harms. Non è il gruppo dei verdi a decidere chi deve incontrare il presidente del Parlamento europeo. E simpatico o antipatico che risulti, Berlusconi è il presidente del Consiglio di un paese fondatore dell’Ue che è in Europa per la sua storia e per il ruolo esercitato nella difesa della democrazia». Ma Niccolò Rinaldi (Idv) non ha mollato la presa, parlando di «burla» di Berlusconi ai danni delle istituzioni Ue. Buzek allora è intervenuto di nuovo: «Chiarisco la questione: non c’è alcuna richiesta ufficiale di incontro. Se ci dovesse essere un incontro, sarà comunque un incontro di cortesia di un paio di minuti, perché domani sarò impegnato con il presidente polacco».Gli europarlamentari del Pd affilano le armi: «Anziché chiedere frettolosi appuntamenti dell’ultimo minuto – dice il capogruppo David Sassoli – il presidente del Consiglio venga a illustrare la manovra alle commissioni competenti». E per oggi è annunciato un sit-in di protesta, promosso dal Pd. Ma non tutte le opposizioni parteciperanno. Insorge Potito Salatto (Fli): «Atto irresponsabile che che aggrava l’immagine del nostro Paese nel contesto internazionale».