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La trattativa. Spiragli dopo 4 mesi di guerra. «Sì di Hamas all’intesa sugli ostaggi»

Luca Geronico martedì 6 febbraio 2024

Familiari di ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas

Il 7 ottobre non è finito, né per gli israeliani né per i palestinesi. La notte più tragica per gli ebrei dalla Shoah 1.200 persone massacrate, in gran parte civili, in una manciata di ore va avanti da 124 giorni. Uno spiraglio di alba è la risposta «positiva» alla proposta di tregua da parte di Hamas che si spera potrebbe consentire il ritorno a casa dei 136 ostaggi ancora nelle mani dei miliziani. Non è, però, detta l’ultima parola. Oltretutto il governo di Benjamin Netanyahu ripete che la guerra scatenata in risposta all’eccidio perpetrato dal gruppo armato sarà ancora lunga. «Mesi, non anni», ribadisce da giorni. Non proprio una rassicurazione. In quattro mesi di conflitto sulla Striscia sono già oltre 27.500 le persone morte, secondo il ministero della Sanità locale, controllato da Hamas. I feriti sfiorano quota 67mila, gli sfollati interni sono 1,7 milioni. L’esodo causato dall’avanzata dell’esercito israeliano e dai successivi ordini di evacuazione, in base agli ultimi dati dell’Onu, riguarda i due terzi del territorio dell’enclave. Inclusa la zona di Khan Yunis, nel sud, dove in precedenza di era rifugiata gran parte della popolazione, ammassata ora intorno a Rafah. Una catastrofe umanitaria che lascia irrisolta il nodo spinoso del futuro di Gaza. L’obiettivo come non si stanza di ripetere Netahyahu è eliminare Hamas. Non è chiaro, però, chi riuscirà a controllare la Striscia al suo posto. Il 7 ottobre non è finito.




Spiragli nella trattativa sulla tregua e la liberazione degli ostaggi, mentre sono proseguiti aspri i combattimenti nella Striscia di Gaza. La svolta in serata, quando il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, annuncia di aver ricevuto «una risposta positiva» da parte di Hamas sull’intesa per gli ostaggi israeliani a Gaza. Ma Hamas ha ribadito che serve un «cessate il fuoco totale». Una richiesta a condizioni impossibili, secondo indiscrezioni sui media israeliani. Toccherà al segretario di Stato Blinken, oggi in Israele, trovare una ancora difficilissima quadratura del cerchio. Una risposta «un po’ oltre il limite» quella di Hamas, ma «ci stiamo ragionando», afferma Biden dalla Casa Bianca.
L’annuncio a sera, dopo che il New York Times aveva rivelato , che «almeno 32 ostaggi israeliani - un quinto dei 136 rapiti ancora nelle mani di Hamas - sono morti». Le famiglie dei rapiti hanno invece confermano la morte di 31 ostaggi.
Atterrato nella notte a Tel Aviv, oggi il segretario di Stato Usa Antony Blinken dovrà cercare di sbrogliare una matassa che pare inestricabile. Blinken, è così al cuore di una del suo quinto tour diplomatico dall’inizio della guerra: ieri l’incontro con al-Sisi al Cairo, e con l’emiro del Qatar a Doha.
Intanto nella Striscia di Gaza continuano le incursioni di Israele nel Sud dell’enclave, dove si cercano i miliziani e gli ostaggi nascosti “casa per casa” e “tunnel per tunnel”. In un raid aereo notturno, Tzahal dichiara di aver ucciso un terrorista della Jihad islamica che avrebbe partecipato all'attacco del 7 ottobre. In tutto, nelle 24 ore, sono decine i miliziani di Hamas uccisi e circa 80 i sospetti terroristi catturati dalle forze israeliane.
In particolare, i paracadutisti continuano a combattere a Khan Younis, con l’obiettivo di mettere in sicurezza «le aree sopra e sotto il suolo». Parlando alla stampa il ministro della Difesa Gallant ha avvertito che il cerchio attorno al leader di Hamas, Yahya Sinwar, si sta stringendo. Battaglia e tragedia umanitaria: la Croce rossa, da Ginevra, ha denunciato che 8mila sfollati sono stati evacuati dall'ospedale al-Amal, a Kan Younis. Questo mentre il cuore delle operazioni militari si va spostando a Rafah. Nella città che dà l’accesso all’unico valico di frontiera con l’Egitto, avverte l’Onu, si rischia un «crimine di guerra». Più della metà della popolazione di Gaza riferisce l’ultimo rapporto delle agenzie umanitarie Onu, si trova infatti a Rafah. Tensione pure al valico di Kerem Shalom dove la polizia si è scontrata con manifestanti che impedivano il passaggio di aiuti per Gaza.
Blinken ci riprova, ma cammina su sabbie mobili: l’Anp ha affermato che la visita avviene dopo che Israele ha «intensificato i crimini» e il «genocidio» contro il popolo palestinese. E gli Houthi avvertono che «aumenteranno ulteriormente» le azioni nel Mar Rosso se Israele non ferma gli attacchi a Gaza. Si tratta , ma con le armi spianate.