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Il conflitto. Siria, 130mila civili in fuga dai raid russi

lunedì 26 ottobre 2015
Sarebbero 130mila i civili siriani in fuga dall'offensiva aerea e di terra in corso da parte della Russia, dell'Iran e delle forze governative siriane nelle regioni centro-settentrionali di Hama, Idlib e Aleppo. Lo afferma una piattaforma di 47 organizzazioni non governative internazionali che si trovano al confine tra Siria e Turchia. Il Forum ha sede a Gaziantep ed è partner riconosciuto dalle Nazioni Unite. Nell'ultimo comunicato registra un "aumento significativo della frequenza e dell'intensità dei bombardamenti aerei" russi e governativi siriani nelle regioni di Aleppo, Hama e Idlib. "I raid continuano a prender di mira aree dove c'è un'altra concentrazione di civili. Scuole, ospedali e mercati sono a rischio", si legge. "Nei giorni scorsi sono stati colpiti centri sanitari che lavorano grazie al sostegno delle Ong" locali. "I combattimenti sul terreno - prosegue il comunicato - hanno causato nuovi rischi per i civili, destabilizzando zone che erano state relativamente stabili e sicure. Questa nuova realtà ha costretto almeno 129mila civili a fuggire da Aleppo, Idlib e Hama". Secondo il Forum di Ong internazionali, "ci sono civili rimasti intrappolati nelle città di Aleppo e Homs. E numerose Ngo hanno dovuto sospendere le loro attività".Nei giorni scorsi, fonti mediche che lavorano nella zona di Aleppo avevano denunciato la presenza di almeno 70mila sfollati nella regione a sud della città. L'ufficio Onu per il coordinamento umanitario (OCHA) aveva affermato che 50mila civili erano in fuga dalla zona meridionale di Aleppo. Da parte russa arriva la smentita alla notizia contenuta nel rapporto dell'organizzazione Human Rights Watch, secondo cui gli aerei da guerra russi in Siria avrebbero ucciso 59 civili tra cui 33 bambini. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Negli scorsi giorni abbiamo visto un gran numero di false notizie e dati diffusi deliberatamente sulle conseguenze della campagna aerea russa", ha affermato Peskov.