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DAMASCO. Siria, tank nella città ribelle Migliaia in fuga verso il confine

lunedì 13 giugno 2011
L'esercito siriano ha ripreso ieri il totale controllo di Jisr al-Shughur, la città ribelle nel nordovest del Paese, al confine con la Turchia. Le truppe governative sono penetrate con oltre 200 veicoli, protetti da carri armati ed elicotteri, tra violenti combattimenti e migliaia di persone in fuga verso il confine turco. Secondo gli organizzatori delle proteste, la cruenta repressione da parte del regime ha causato finora la morte di 1.300 civili. L'Italia ha chiesto a Damasco di cessare le violenze e far entrare la Croce rossa. In Libia il regime ha annunciato di rifiutare ogni negoziato che presupponga la partenza del colonnello Muammar Gheddafi.E la situazione d'emergenza comincia a far sollevare serie proteste delle cancellerie occidentali.  Berlino e Londra sollecitano la condanna dell'Onu con una risoluzione "chiara" contro la repressione violenta imposta dal regime ai movimenti di opposizione. "La situazione pericolosa esige una risposta chiara e urgente - ha detto oggi il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, il cui paese detiene un seggio non permanente nel Consiglio di sicurezza. "E i nostri sforzi politici e diplomatici rimangono diretti a far passare la bozza di risoluzione redatta insieme a Portogallo, Francia e Gran Bretagna, il prima possibile". Simile sollecito è arrivato oggi da Londra dove il ministro William Hague ha chiesto all'Onu "una posizione chiara" che obblighi la Siria a rispondere "al dolore legittimo, a liberare i prigionieri e a cooperare con l'Alto commissariato per i diritti umani". Facendo un paragone con la Libia, Hague ha affermato che il caso della Siria è diverso dal momento che il Paese ha forti legami con la Russia e ci sono interconnessioni con il governo del Libano, attuale rappresentante arabo al Consiglio di sicurezza. Inoltre, ha aggiunto Hague, c'è l'appoggio dell'Iran il cui ruolo, ha aggiunto "è uno straordinario esempio di ipocrisia negli affari internazionali". Anche l'Italia, con una nota di Palazzo Chigi, ha chiesto la cessazione delle violenze e l'accesso immediato agli operatori umanitari. Ieri sera la Casa Bianca è intervenuta duramente 1 contro il regime di Assad, accusandolo di provocare deliberatamente una "crisi umanitaria" al confine con la Turchia e intimandogli di lasciare libero accesso agli operatori umanitari della Croce Rossa per aiutare la popolazione civile rimasta intrappolata dagli scontri.