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Il conflitto. Siria, Putin: coalizione con gli Usa

Luca Miele sabato 5 settembre 2015
Da sempre convitato di pietra nella crisi siriana, il presidente russo Vladimir Putin fa cadere l’ultimo velo e svela quella che è la strategia russa. Un approccio che si pretende globale, rivendica un ruolo attivo di Mosca al fianco delle potenze già impegnate (impelagate?) nel pantano siriano e indica come obiettivo «combattere il terrorismo». In che modo? Attraverso «una coalizione internazionale contro ogni forma di estremismo». E un canale di comunicazione – ha assicurato Putin – con il collega americano Barack Obama è stato già aperto. Ma sono stati chiamati in causa anche «i leader di Turchia, Arabia Saudita, Giordania e altri Paesi». Con la guerra che imperversa in Siria da ormai da quattro anni e mezzo, Putin ha anche indicato – al margine del Forum economico orientale di Vladivostok – una possibile via di uscita dal conflitto, che “salvi” anche il presidente siriano Bashar al-Assad. La ricetta? «Elezioni parlamentari anticipate» con lo stesso Assad pronto a condividere il potere con l’opposizione «sana ». «Il presidente siriano è d’accordo al punto da voler tenere elezioni anticipate e da avviare contatti con la cosiddetta opposizione sana per coinvolgerla nel governo», ha spiegato il leader della Russia, alleato di ferro, assieme all’Iran, del regime siriano.Le ultime elezioni politiche in Siria si sono svolte nel maggio 2012 e le prossime sarebbero programmate per il 2016. Putin ha assicurato che Mosca è «pronta a facilitare questo dialogo all’interno della Siria». Per il presidente russo la fuga dalla Siria che alimenta l’emergenza migranti in Europa è stata causata «dalle atrocità commesse dall’Is e non da Assad». Con precise corresponsabilità – è l’accusa russa – dell’Occidente: «Noi in Russia, e io personalmente qualche anno fa, abbiamo detto chiaramente che sarebbero emersi tali gravi problemi sei i nostri cosiddetti partner occidentali continuano a mantenere la loro politica estera sbagliata, soprattutto nelle regioni del mondo musulmano, Medio Oriente, Nord Africa». Putin ha comunque precisato che sarebbe prematuro parlare di un «diretto» coinvolgimento della Russia in azioni militari contro lo Stato islamico. Al vaglio ci sarebbero «altre ipotesi». Che la situazione nel Paese sia sempre più drammatica, lo confermano le parole del Nunzio apostolico in Siria, monsignor Mario Zenari. «La Siria – ha detto monsignor Zenari in un’intervista rilasciata a Radio Vaticana – sta morendo vedendo i suoi gioielli archeologici fatti saltare in aria. Muore di fame in alcuni luoghi, muore di mal di cuore vedendo i suoi figli morire: chi affoga in mare, altri asfissiati in un camion, altri intrappolati in fili spinati, altri che vagano sui binari». Commentando le tragiche immagini del bimbo siriano senza vita sulle coste turche, Zenari ha fatto notare, che al di là della commozione, «questa immagine ci ha svegliato tutti quanti, e soprattutto in Europa. Un’immagine tragica che fa riflettere perché questo bambino purtroppo non è l’ultimo. Anche oggi, certamente, – ha ancora detto – alcuni bambini stanno morendo o sono feriti. Secondo le statistiche sono 10 mila i bambini e i ragazzi che finora sono morti in questo conflitto che ha fatto in tutto 250 mila vittime». Il Nunzio ha lanciato un appello «alla comunità internazionale e a tutti i siriani» affinché vengano «superate le divergenze ». «Sedersi al tavolo delle trattative per salvare la Siria, non c’è altra soluzione», ha concluso Zenari.