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TENSIONE IN MEDIO ORIENTE. Siria, la guerra sfiora Israele

giovedì 6 giugno 2013
Il giorno dopo la riconquista siriana di Qusayr, gli scontri tra i ribelli e le forze del regime sono arrivati fino alle Alture del Golan, vicino al confine con Israele. L'esercito siriano ha ripreso il controllo del valico di Quneitra, che era stato conquistato dai ribelli. L'omonima città fantasma, in territorio siriano, è stata teatro di feroci combattimenti. Si trova nella zona demilitarizzata creata dall'Onu che separa il confine tra Israele e Siria, e controllata dai caschi blu dell'Undof che vigilano sull'applicazione degli accordi di pace tra Siria e Israele.Dopo la sconfitta nella guerra dei sei giorni, la città fu abbandonata.Due soldati delle Nazioni Unite, la cui nazionalità non è stata resa nota, sono rimasti feriti in un bombardamento di artiglieria pesante proprio nel Golan. Non è ancora chiaro se il bombardamento sia legato alla riconquista siriana di Quneitra, ma nella giornata di oggi l'Austria ha annunciato alle Nazioni Unite di voler ritirare i propri caschi blu dalle alture. Vienna aveva un mese fa preannunciato che avrebbe ritirato le truppe se l'Unione europea, come poi è avvenuto, avesse revocato l'embargo sulle armi per l'opposizione siriana. "Non possiamo mantenere la nostra partecipazione alla missione per ragioni militari", ha detto oggi il cancelliere Werner Fayman.I lealisti hanno ripreso il controllo del quartiere di Jalediya, nella città centrale di Homs, una delle roccafortidei ribelli. Lo hanno annunciato fonti ufficiali. Le truppe di governo continuano a guadagnare terreno nella regione attorno a Qusayr: insieme ai miliziani di Hezbollah sono a caccia dei ribelli fuggiti nei villaggi circostanti, al termine dei 17 giorni di sanguinoso assedio; e come era stato annunciato, adesso le forze del regime incalzano alla conquista dei quartieri di Homs che erano ancora in mano ai ribelli.Oggi la Russia ha fatto sapere che sarà il ministro degli Esteri di Damasco a guidare la delegazione ufficiale siriana alla cosiddetta Ginevra2. Il capo della diplomazia del Cremlino, Serghei Lavrov, ha anche messo in guardia dal fatto che l'uso delle armi in Siria possa essere strumentalizzato per giustificare un intervento militare.ALTRI 400 MILIONI DI AIUTI DALLA UELa Commissione europea mobiliterà un pacchetto addizionale di 400 milioni di euro per aiuti "umanitari e non umanitari per la Siria ed i paesi vicini". Lo ha annunciato il presidente, Josè Manuel Barroso, ricordando che la Ue, con 840 milioni di euro versati, è già il primo donatore di aiuti in quella che definisce in una nota"la più drammatica situazione umanitaria del decennio". Ma, osserva Barroso, "il sostegno umanitario è solo un palliativo". "Quello di cui abbiamo bisogno - afferma - è una soluzione politica del conflitto che fermi immediatamente la violenza. Abbiamo bisogno di un accesso umanitario senza restrizioni o condizioni. Ed abbiamo bisogno di un governo di transizione inclusivo. La situazione in Siria è una macchia sulla coscienza del mondo. Abbiamo tutti il dovere di agire"