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Il conflitto in Siria. Bombe su Aleppo. L'Onu: stop alla guerra

A.M.B. lunedì 2 maggio 2016
A oltre due mesi dall'entrata in vigore della tregua in Siria, continuano a piovere bombe su Aleppo, in parte controllata dai ribelli che il regime di Bashar al Assad definisce "terroristi". Dopo una domenica di tregua, prima dell'alba nuovi raid aerei hanno colpito la seconda città siriana, mentre a Ginevra stavano per cominciare i colloqui del segretario di Stato americano John Kerry con l'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria Staffan de Mistura e i ministri degli Esteri di Giordania e Arabia Saudita. Diversi i quartieri colpiti, tra cui Bustane al-Qasr, molto popolato. Non si hanno notizie certe sul numero delle vittime. 250 vittime in 9 giorni. Negli ultimi nove giorni ad Aleppo sono stati uccisi almeno 250 civili, tra cui 49 bambini, e bombardati tre ospedali nei raid condotti da Damasco in palese violazione del cessate il fuoco del 27 febbraio.Dopo l'appello del Papa al Regina Caeli di domenica , oggi anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, si è detto "profondamente preoccupato per la pericolosa escalation dei combattimenti ad Aleppo e nelle sue vicinanze e per la sofferenza insopportabile che stanno causando ai civili". Il leader del Palazzo di Vetro in una nota ha invitato le parti in conflitto a "impegnarsi immediatamente per la cessazionedelle ostilità e a rispettare la responsabilità di proteggere i civili". Ban, inoltre, ha ribadito il suo invito a tutti gli attori regionali e internazionali interessati, in particolare a Usa e Russia, co-presidenti del Gruppo di sostegno internazionale sulla Siria, a raddoppiare gli sforzi affinchétorni in vigore la cessazione delle ostilità. "In caso contrario - ha precisato - ci saranno solo altre morti, violenza e distruzione". ​La mobilitazione sui social. Migliaia di utenti hanno colorato di rosso le foto dei loro profili sui social network per denunciare agli occhi del mondo il bagno di sangue in corso ad Aleppo. L'iniziativa risponde agli appelli diffusi via Twitter con gli hashtag #MakeFacebookRed, #WorldWideRedProtest e #AleppoIsBurning.

In particolare con l'hashtag #WorldWideRedProtest si organizzano via Twitter sit-in silenziosi e pacifici in diverse città, in particolare in Germania. Stasera appuntamento a Berlino, davanti alla Porta di Brandeburgo. Kerry condanna l'attacco all'ospedale. La situazione in Siria è "per molti aspetti fuori controllo" ha ammesso da Ginevra il segretario di Stato americano John Kerry. Ad Aleppo, ha aggiunto, il regime di Bashar al-Assad ha deliberatamente preso di mira tre cliniche e il principale ospedale, uccidendo medici e pazienti e minacciando la tregua. "L'attacco all'ospedale è senza scrupoli. Deve finire".

Il segretario Usa Kerry con l'inviato Onu de Mistura a Ginevra (Lapresse) Usa: soluzione «nei prossimi giorni». Dopo avere incontrato De Mistura e i ministri degli Esteri di Arabia Saudita e Giordania, e avere parlato telefonicamente con il ministero degli Esteri russo Serghei Lavrov, Kerry ha dichiarato che Stati Uniti, Russia, altri Paesi e le Nazioni Unite stanno "lavorando intensamente per fermare le ostilità" e l'auspicio è di arrivare a una soluzione "in un giorno o due". Gli obiettivi più urgenti sono la cessazione delle ostilità, dopo il fallimento di fatto della tregua proclamata a febbraio, e la realizzazione di corridoi umanitari per far arrivare gli aiuti ed evacuare feriti e ammalati. «Assad usa armi chimiche». Poco più di una settimana fa il regime di Assad avrebbe impiegato armi chimiche contro il Daesh a est di Damasco nonostante l'accordo del 2013 sul loro smantellamento. A lanciare l'accusa è il quotidiano israeliano Haaretz il quale precisa che il regime ha usato probabilmente il gas sarin dopo che i jihadisti hanno attaccato due basi dell'aviazione siriana considerate risorse militari vitali.