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NEW YORK. Siria, Consiglio Onu vota l'invio di 300 osservatori disarmarti

sabato 21 aprile 2012

Il Cosiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all'unanimità una bozza di risoluzione che prevede l'invio di una missione di 300 osservatori disarmati in Siria (Unsmis).

La risoluzione adottata all'unanimità dai Quindici prevede la decisione di inviare per un periodo iniziale di 90 giorni un team di 300 membri disarmati per monitorare la cessazione della violenza armata sul territorio oltre un'appropriata componente civile.I Quindici ribadiscono il pieno sostegno e la richiesta di attuare urgentemente e in maniera completa il piano di pace in sei punti dell'inviato speciale Kofi Annan, ponendo fine alle violenze, assicurando l'accesso umanitario e favorendo un processo di transizione verso un regime democratico e pluralista.Si invita altresì il governo siriano ad attuare visibilmente gli impegni assunti nella loro interezza. Le autorità diDamasco dovranno garantire il funzionamento efficace della missione, la sicurezza del personale e la sua libertà di movimento, permettendo comunicazioni senza ostruzioni con tutti gli individui nel Paese.Nel documento, per quanto riguarda la questione del trasporto aereo del team dell'Onu, ci si limita infine a sottolineare la necessità di un accordo.UN'ALTRA GIORNATA DI VIOLENZAÈ di quattro morti il bilancio provvisorio di una nuova giornata di violenze in Siria, a più di una settimana dall'entrata in vigore del cessate il fuoco previsto dal piano di pace dell'inviato Onu Kofi Annan. Lo riferisconogli attivisti del Comitato Generale della Rivoluzione, secondo i quali tre dei morti si registrano a Homs. Proprio la località del centro della Siria è stata visitata questa mattina dagli osservatori Onu.

Mentre in mattinata gli attivisti riferivano che per la prima volta da mesi le armi hanno taciuto a Homs, al termine della visita degli osservatori le violenze sono riesplose, con colpi di mortaio nelle aree di al-Kussair e al-Khalidiyeh. Il Consiglio nazionale siriano (Cns), principale raggruppamento dell'opposizione, ha denunciato inoltre l'ingresso dei militari fedeli al regime nel quartiere Bayyada, dove ora "le strade e le case sono piene dei corpi dei martiri, mentre la distruzione è terrificante".