Mondo

Si riapre anche il fronte del Nagorno Karabakh

PAOLO M. ALFIERI martedì 5 aprile 2016
Si riaccende drammaticamente la tensione nella contestata regione del Nagorno Karabakh, enclave armena in territorio azero dove dalla fine della guerra nel 1994 vige una tregua. Già sabato era giunta notizia di decine di persone rimaste uccise nei combattimenti scoppiati dopo che l’esercito armeno aveva riferito di aver abbattuto un elicottero azero, sostenendo minacciasse di penetrare nel Nagorno Karabakh. Ieri l’esercito azero ha annunciato la morte di altri tre militari nel corso degli scontri con le forze armene. Secondo il ministero della Difesa di Baku, i soldati sono stati uccisi da tiri di mortaio e lanciarazzi provenienti dalle posizioni delle forze armene. «Se le provocazioni proseguiranno – ha minacciato il portavoce del ministero – lanceremo una massiccia operazione lun- go la linea del fronte utilizzando tutte le nostre armi». I combattimenti si sono poi intensificati, tanto che ancora Baku ha fatto sapere che «come risultato delle azioni di risposta dell’esercito azero sono stati uccisi fino 170 soldati e distrutti dodici blindati del nemico». Secondo la tv armena, invece, l’esercito del Nagorno Kabarah ha subito 20 vittime tra i propri uomini in tre giorni. Nel frattempo, l’esercito dell’Azerbaigian ha subito pesanti perdite nel tentativo di rompere le linee di Nagorno Karabakh, i cui miliziani hanno distrutto cinque carri armati uccidendo 25 soldati. Baku ha posto in massima allerta il proprio esercito in previsione di un attacco contro la capitale della regione, Stepanakert, se le truppe armene continueranno a bombardare il territorio. Il presidente armeno Serzh Sargsian ha precisato che è pronto a riconoscere l’indipendenza del Nagorno Karabakh se le ostilità si intensificheranno. La regione, che ha circa 200mila abitanti in grande maggioranza armeni, accusa l’Azerbaigian di aver violato il proprio annuncio di cessate il fuoco. Gli scontri rappresentano le ostilità più gravi dalla tregua che mise fine alla guerra nella quale combattenti sostenuti dall’Armenia occuparono i territori che adesso sono parte di una controversa enclave in territorio azero. I separatisti del Nagorno Karabakh e l’Armenia che li appoggia hanno respinto il cessate-il-fuoco unilaterale annunciato domenica dall’Azerbaigian perché i combattimenti continuano. «La dichiarazione dell’Azerbaigian è una trappola. Non significa che le ostilità sono cessate», ha scritto il portavoce del ministero della Difesa armeno. Il numero uno del Senato russo Konstantin Kosachev ha sottolineato che il Cremlino continua a lavorare sia con le autorità sia di Baku che di Erevan, sollecitando entrambe le parti ad astenersi da un’escalation. «Mosca, a tutti i livelli possibili, continua a lavorare con entrambe le capitali esortando ad astenersi da un’escalation di violenza reciproca. – ha sottolineato Kosachev –. Questo è l’unico modo di agire ammissibile in relazione alle parti in conflitto, che si trovano sull’orlo dello scoppio di un confronto militare su vasta scala». Secondo Kosachev, come la Russia si stanno comportando anche Usa, Gran Bretagna, Germania e Francia, «ad eccezione, ahimè, di Ankara». Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è anzi tornato a schierarsi, sostenendo che «un giorno» l’Azerbaigian riconquisterà il controllo sul Nagorno Karabakh. Non è un caso che i capi delle diplomazie di Russia e Usa, Sergeij Lavrov e John Kerry, in una telefonata abbiano «condannato i tentativi di alcuni attori esterni di aumentare le tensioni». I due «hanno confermato l’invito a porre fine immediatamente alle azioni belliche». Da parte sua l’Iran ha lanciato un appello alla moderazione e ha offerto una sua mediazione. Teheran farà «di tutto per smorzare la crisi». Anche la Farnesina ha espresso preoccupazione e ha richiamato tutte le parti all’immediato rispetto del cessate il fuoco. Per oggi, intanto, è prevista a Vienna la riunione del Gruppo di Minsk, struttura di cui fanno parte Mosca, Washington e Parigi e incaricata di monitorare la tregua del 1994. © RIPRODUZIONE RISERVATA