Mondo

Regno Unito. Aperta un'inchiesta sulla festa in pieno lockdown di Boris Johnson

Silvia Guzzetti martedì 25 gennaio 2022

Il premier Boris Johnson, sul quale Scotland Yard ha aperto un'inchiesta, lascia Downing street

Boris Johnson "è un criminale". Sono durissime le parole che la vice leader dell'opposizione laburista, Angela Rayner, ha usato in parlamento per dare il benvenuto all'inchiesta aperta da Scotland Yard sui festini che il primo ministro organizzava a Downing street, a casa sua, in violazione del lockdown, mentre il resto della nazione, Regina Elisabetta compresa, soffriva in silenzio solitudine e restrizioni.

L'apertura di un'inchiesta, da parte di Scotland Yard, sul cosiddetto scandalo Partygate riflette la prospettiva di "un potenziale comportamento criminale", con pesanti ombre "accusatorie sul più alto ufficio" del Regno Unito, quello del primo ministro. Cosi si è espressa la vice di Keir Starmer che ha chiesto, per l'ennesima volta, le dimissioni di Johnson.

Il premier, però, come è nel suo stile, non ha battuto ciglio e, a margine di un dibattito sull'Ucraina, ha tagliato corto e definito "benvenuta" l'indagine annunciata da Scotland Yard che, nelle stesse parole di Johnson, "aiuterà a far chiarezza di fronte all'opinione pubblica" e a "tracciare una linea sotto queste questioni" una volta per tutte.

La Rayner ha anche chiesto garanzie sulle informazioni che andranno date al Parlamento sia sull' inchiesta della polizia di Londra sia su quella amministrativa affidata all'alta funzionaria Sue Gray che riferirà delle sue conclusioni, però, soltanto dopo gli accertamenti condotti dalla polizia. La viceleader laburista ha chiesto che le conclusioni dell'inchiesta siano diffuse in forma "completa", con tutte le prove raccolte, non nella sola sintesi d'un rapporto finale.

A chiedere le dimissioni immediate di Johnson è stata anche la ministra ombra laburista dell'Interno, Yvette Cooper. Richiesta ignorata da Michael Ellis, il viceministro Tory, incaricato di rispondere all'interrogazione, il quale si è limitato, ancora una volta, ad aggrapparsi alla volontà di attendere fiduciosamente i risultati dell'inchiesta Gray, come di quella della polizia, e a promettere collaborazione.

L'inchiesta di "Scotland Yard", gli agenti di Londra, è stata aperta dopo che sono emerse nuove rivelazioni secondo le quali il primo ministro avrebbe fatto una festa di compleanno, con una trentina di persone, il 19 giugno del 2020, quando gli incontri al chiuso erano vietati dalle regole anti-Covid.

Le ultime rivelazioni impediscono, così, al premier di nascondersi dietro la scusa, molto ridicolizzata dall'opposizione e dai media britannici, di aver frainteso le feste per incontri di lavoro. "Pensavo si trattasse di una riunione", ha detto Boris Johnson per spiegare la sua presenza a festeggiamenti dove l'alcol scorreva in abbondanza.

La polizia di Londra indagherà sui festini organizzati dal primo ministro in violazione del lockdown - Ansa

Ad annunciare l'importante svolta nella saga che sta segnando la fine della carriera politica dell'ex giornalista Johnson è stata la stessa comandante della Metropolitan Police Cressida Dick la quale ha spiegato che sotto la lente della polizia sono finiti "un certo numero di eventi" degli ultimi due anni svoltisi a Downing Street e a Whitehall, rispetto ai quali si dovrà valutare se ci sia stata o meno una violazione della legge.

Boris Johnson ha tentato di sfuggire agli sguardi inquisitori dei poliziotti affidando l'inchiesta sulle sue feste a Downing street a Sue Gray, funzionaria di alto livello, e a chi gli chiedeva conto di quello che era successo, come hanno fatto più volte il leader dell'opposizione Keir Starmer e tanti deputati anche conservatori, ha sempre risposto che bisognava aspettare le conclusioni di questa indagine della famosa burocrate. Ma è stata la stessa Sue Gray a chiedere l'intervento della polizia. La sua indagine è destinata ad andare avanti e le conclusioni potrebbero arrivare a giorni.

La posizione del premier sembra, ormai, non più difendibile perché a volerlo fuori dal potere sono non soltanto l'opposizione laburista e una buona parte del suo partito, i conservatori, ma anche la gente comune. Sulla Rete diversi cittadini nati lo stesso giorno del premier, il 19 giugno, hanno cominciato a postare le loro storie di "feste di compleanno in solitaria, attaccando il capo di Downing Street per aver abusato della sua posizione". Tra questi vi è anche l'attore Samuel West che, in un messaggio su Twitter, ha pubblicato la foto della sua torta, ricordando che "gli invitati alla festa comprendevano la mia amata compagna e le mie figlie e...questo è tutto. Le altre 27 persone non sono potute venire". L'attore faceva riferimento, con il suo messaggio, al fatto che gli invitati alla festa di compleanno di Boris Johnson erano una trentina.

Tutto questo rappresenta un colpo durissimo per il premier conservatore la cui leadership appare sempre più a rischio. Nell'annunciare l'avvio delle indagini, la comandante di Scotland Yard ha precisato che è stata assicurata piena collaborazione dal Cabinet Office e che l'azione della polizia sarà "imparziale" e senza timori di pressioni da parte di Downing Street.

Dick ha affermato anche di comprendere la preoccupazione dei britannici per le accuse rivolte al governo e ha aggiunto: "La grande maggioranza delle persone ha agito in modo responsabile durante la pandemia". L'indagine potrebbe molto probabilmente riguardare le testimonianze degli agenti di polizia che sono impegnati nel servizio a Downing Street.