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Francia. Scontri e proteste contro la riforma del lavoro

venerdì 1 aprile 2016
PARIGI S e per il premier socialista Manuel Valls, è «una riforma intelligente, audace, ambiziosa», la giovane titolare del Lavoro che le dà il nome, Myriam El Khomri, giudica la svolta «necessaria e giusta», perché al mercato del lavoro francese occorre «più flessibilità e sicurezza», sul modello danese. Intanto, lo stesso testo ancora neppure approvato in consiglio dei ministri (52 articoli, circa 130 pagine molto tecniche di modifiche al codice del lavoro, con più spazio ai negoziati settoriali e aziendali) ha innescato ieri una nuova marea di agitazioni, fra ingredienti già visti il 9 marzo (scioperi per trasporti e altri servizi pubblici, cortei gremiti di striscioni sindacali, studenteschi, personalità frondiste della sinistra al potere) ed altre scene inedite, come i cubetti di porfido stradale di sessantottesca memoria scagliati sulla polizia che ha usato lacrimogeni, una decina d’arresti sotto la pioggia solo a Parigi, la Tour Eiffel chiusa, slogan duri contro «un testo tossico». I sindacati hanno rivendicato 1,2 milioni di manifestanti in 250 città (per la polizia 390 mila), promettendo due nuove “date nere” il 4 e 9 aprile. Dopo aver paralizzato non pochi licei e università, le sigle giovanili urlano che i governi cedono quando tute blu e studenti si alleano. E certi editoriali ricordano già che le barricate del maggio 1968 furono figlie di un marzo tumultuoso. A calmare gli animi non è bastato il fermo ordinato ieri per il poliziotto che aveva malmenato un liceale quindicenne il 24 marzo, a margine delle proteste: immagini da allora scambiate su Internet come un “manifesto” dai dimostranti. Daniele Zappalà © RIPRODUZIONE RISERVATA Incidenti a Parigi tra dimostranti e polizia (Ansa/Ap)