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PARIGI. Sarkozy tace, la Aubry scoppia in lacrime

Daniele Zappalà mercoledì 18 maggio 2011
La reazione più attesa in Francia è stata quasi una non reazione, dato il suo carattere indiretto e ufficioso. E data pure l’ostentata volontà del capo dell’Eliseo di non affrontare il cuore della vicenda. Due giorni dopo i fatti, Nicolas Sarkozy è uscito ieri dal suo silenzio sul terremoto Strauss-Kahn. Nel corso di una colazione di lavoro all’Eliseo con i rappresentanti della maggioranza neogollista, il presidente ha invitato governo e parlamentari a «continuare a lavorare con sangue freddo, coraggio, unità e dignità», secondo quanto hanno riferito i partecipanti. «Le preoccupazioni della gente sono le difficoltà nella vita quotidiana. Dobbiamo guidare il Paese. Siamo solidi baluardi», ha aggiunto il presidente, sottolineando il «lavoro da fare» e invitando la maggioranza a un atteggiamento di superiorità, distacco e riserbo.In giornata, le istruzioni sono state in gran parte rispettate. Nel corso di un’altra riunione, anche il premier François Fillon si è espresso a porte chiuse, sostenendo che «se gli atti di cui è accusato Dominique Strauss-Kahn sono verificati, ci troveremmo di fronte a un fatto molto grave per il quale non ci sono scuse».Al di là di ogni logica ufficiale di prudenza, più che mai è parsa evidente ieri pure la valenza tattica della condotta estremamente felpata scelta dall’Eliseo. Nelle stesse ore, l’opposizione socialista era riunita al gran completo nel proprio quartier generale parigino, assediato dai fotografi. I maggiorenti del Ps hanno cercato di mettere a fuoco il futuro del partito dopo l’ormai automatica uscita di scena politica di Strauss-Kahn, dato ancora la settimana scorsa nei sondaggi come il «miglior candidato» socialista in vista dell’imminente corsa per l’Eliseo. Ufficialmente, “DSK” non si era ancora dichiarato in lizza neppure per le primarie d’autunno del Ps. Ma alla riunione socialista di ieri, si respirava lo stesso un clima lugubre. Al termine del proprio intervento, la segretaria Martine Aubry non è riuscita ad evitare di rompere in pianto, secondo i presenti alla riunione a porte chiuse. Era stata lei a stringere un «patto di non aggressione» con DSK, concepito per spianare la strada alla corsa dell’ex “punta di diamante” adesso in carcere negli Stati Uniti. Al contempo, il Ps ha pure mostrato di voler voltare pagina. Quasi tutte le dichiarazioni socialiste hanno fra l’altro evocato le possibili sofferenze della cameriera newyorkese. La stessa Aubry ha insistito sul fatto che «questa vicenda può essere drammatica per la giovane donna, se i fatti sono avverati». Da parte sua, il capogruppo Ps all’Assemblé Nationale, Jean-Marc Ayrault, ha detto: «Non sappiamo se la vittima è DSK o la querelante». L’ipotesi di un “complotto” o di una “trappola” non viene più evocata a voce alta, nonostante essa continui ad agitare il sottobosco dell’intero mondo politico d’Oltralpe. Intanto, suscita polemiche in Francia pure il «carattere umiliante» delle immagini di DSK in manette. La loro diffusione Oltralpe avrebbe violato una specifica legge sulla dignità degli accusati. Al contempo, gridano allo scandalo pure le associazioni femministe, di fronte allo scarso spazio riservato nei commenti alla vittima presunta delle violenze. Proprio in mezzo a questo clima tempestoso, la Francia ha appreso ieri la lieta notizia della gravidanza della first lady Carla Bruni, rivelata al quotidiano tedesco Bild da Pal Sarkozy, padre del presidente.