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Il retroscena. Scandalo Fifa, la vera partita è fuori campo

Nello Scavo venerdì 29 maggio 2015
Un emiro in Siberia e un cosacco tra le dune delle penisola araba. Non è un miraggio, ma la potenza del calcio. Quello giocato fuori dal rettangolo, a suon di petrodollari e di rubli che puzzano di gas. C’è anche questo nell’inchiesta sulla Fifa. Un colossale accordo segreto tra Russia e Qatar per sostenersi a vicenda nella campagna acquisti per i voti necessari ad ottenere l’assegnazione dei prossimi due mondiali.Le «prove incendiarie» le ha raccolte l’MI6, il servizio segreto di sua maestà la regina d’Inghilterra. Il dossier riservato del controspionaggio britannico contiene fatti e circostanze che proverebbero episodi di corruzione e voto di scambio compiuti da Mosca e Doha per ottenere l’assegnazione delle due edizioni della Coppa del Mondo.Tra Londra e gli 007 di Putin non è mai corso buon sangue. E l’indagine sul governo del calcio mondiale è l’occasione per regolare vecchi conti.C’è anche questo nell’irritazione del leader russo per il colpo di scena della giustizia americana. Tra le 200 mila pagine dell’inchiesta di New York vi sono numerosi riferimenti a un accordo siglato tra Qatar e Russia per assicurarsi il reciproco sostegno attraverso la creazione di una joint-venture per l’estrazione e la gestione bilaterale di un giacimento di gas in Siberia. Un investimento a costo zero per gli emiri, che grazie al gas potranno accrescere la loro sfera d’influenza in Asia. In cambio Doha ha aumentato le importazioni di armi acquistate in Russia e non di rado girate a gruppi guerriglieri in Siria e Libia.Il Cremlino, secondo gli agenti segreti britannici, ha perfino regalato un prezioso dipinto custodito al museo Ermitage San Pietroburgo per convincere un delegatoa sostenere la proposta russa. A sua volta il Qatar avrebbe comprato il sostegno del membro thailandese del comitato esecutivo Fifa, Worawi Makudi (indagato anch’esso), attraverso cospicui investimenti nella società turistica di quest’ultimo, che a sua volta aveva persuaso il rappresentante di Cipro Marios Lefkaritis (indagato) tramite l’acquisto di un suo terreno del valore di oltre 33 milioni di euro.Gli agenti segreti di sua maestà hanno fatto anche un’amara scoperta. L’Inghilterra avrebbe stretto un patto con la Corea del Sud per uno scambio di voti, così da ottenerne l’appoggio nelle elezioni per il mondiale 2018, promettendo in cambio il sostegno per i mondiali successivi. Entrambi i Paesi sono rimasti a bocca asciutta, battuti dalla più efficace tangentopoli messa in campo da Russia e Qatar.Come andarono le cose lo ha ricostruito il Consiglio d’Europa che da tempo invoca l’annullamento dell’assegnazione dei tornei calcistici. Secondo la commissione d’inchiesta di Strasburgo, i cui risultati sono stati acquisiti sia dalla polizia svizzera che dall’Fbi, il versamento da parte dell’allora vice presidente della Fifa, Mohammed bin Hammam, di «considerevoli somme di denaro» a oltre 30 alti rappresentanti di calcio africano o ad associazioni nazionali ha assicurato al Qatar i voti dei delegati della Confederazione africana di football (Caf), in occasione di una riunione chiave tenutasi il 2 dicembre 2010. Ciò ha permesso al Qatar di eliminare una serie di altri paesi candidati - Australia, Giappone e Corea – e di aggiudicarsi l’organizzazione dei campionati mondiali seguendo uno schema corruttivo sovrapponibile a quello attribuito ai delegati russi che hanno conquistato l’assegnazione del 2018.Un anno dopo Bin Hammam, che guidava la federcalcio asiatica, è stato espulso a vita dalla Fifa. Il miliardario qatariota era stato l’artefice dell’assegnazione dei mondiali a Doha nel 2022. Non fu cacciato per questo, ma per avere dispensato tangenti e favori nella guerra (persa) alla successione di Sepp Blatter. Sull’assegnazione del torneo agli emiri, invece, la Fifa di Blatter non ebbe nulla da rimproverargli.